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di Mimì Giordano


Non fu solo la gente di Polistena, suo amato paese, ad essere sconvolta dalla tragica scomparsa del poeta, scrittore, musicista e professore Raffaele Zurzolo, consumatasi in un attimo del 15 aprile 2017, a causa di un corto circuito elettrico che lo folgorò nel bagno della sua abitazione. Anche la comunità di Cinquefrondi rimase profondamente turbata per quanto avvenne, e ancora oggi è intenso il ricordo della sua persona  e della sua figura di letterato, di insegnante di Italiano e latino a tanti giovani ed amico di tanti nostri compaesani.  



Docente per oltre 40 anni negli Istituti superiori, Zurzolo era nato a Polistena dove ha vissuto per tutta la vita. Laureato in Lettere Classiche all’Università di Messina. Appassionato di musica, fin da ragazzo, da autodidatta, imparò a suonare la chitarra, il mandolino, il violino e il pianoforte, arrivando anche a scrivere composizioni musicali, alcune delle quali strumentate per banda. 

 Ricca è stata la produzione artistica del professore di Polistena, ma la parte prevalente è senz’altro quella poetica dialettale e a contenuto religioso.  Ecco alcune delle sue opere: 

– “Care memorie” del 1970, in cui critica e deride il modernismo ed il consumismo; 

– “Maria Maddalena” dramma religioso di cinque atti in lingua, incentrato sulla figura della Maddalena, la donna che abbandona i piaceri della vita per seguire fedelmente Gesù e la cui storia, nel dramma, era frutto anche di sue costruzioni fantasiose; 

– “Lu Vangelu di Cristu” in dialetto, dove descrive la vita di Gesù in modo solenne; ”Sentieri”, opera omnia di sonetti e poesie sentimentali e gioiose; 

– ”Li fatti di l’Apostuli” in cui traduce in dialetto un testo che si riferisce alla religiosità della Piana di Gioia Tauro; 

– “La piana degli ulivi” del 1986; 

– “La Divina Cummeddia” del 2002, versione dialettale del poema dantesco”; 

– Le stagioni del tempo” del 2002; 

– “Lu Briganti Musulinu” del 2006 e altri lavori ancora. 

Il professore era anche musicista autodidatta e suonava il pianoforte ed il violino. Si congedò per sempre dai noi suonando- un giorno prima di lasciarci – il venerdì Santo 14 aprile 2017 nel Duomo di Polistena, per le funzioni religiose dell’agonia.  Zurzolo era stato apprezzato docente  all’Istituto Magistrale “G. Rechichi” di Polistena, ha amato e fatto amare tanto gli studi classici, umanistici, la lingua madre latina, così come aveva fatto il suo compaesano Cesare Auddino. 

Una volta durante una gita scolastica del “G. Rechichi” in Grecia, nel teatro antico di Epidauro, mise in scena un canto lirico impressionando i suoi alunni e i turisti presenti. A Febbraio 2013 fu protagonista di una giornata a lui dedicata dall’associazione polistenese “G. Marafioti” e ad ottobre dello stesso anno fu ospite dell’ottima “Edicola di Pinuccio” dove, presentato da Totò Varone, intrattenne amabilmente gli ascoltatori e i tanti lettori dell’Edicola per indimenticabili 20 minuti di poesie e letture. 


Ho voluto rivedere i due episodi, trovandoli su internet e sentivo ancora presente in mezzo a noi il carattere simpatico e semplice, la loquela autentica e senza fronzoli del Professore Zurzolo. La sua figura, il suo parlare, la sua voce dal marcato timbro dialettale mi hanno procurato emozione vera; vorrei trasferirla ai lettori di questo articolo indicando i vari link per rivedere i filmati dei momenti sopra ricordati :

video Polistena:  clicca qui   

video con Totò Varone: clicca qui    

Piana – con Salvatore Tigani: clicca qui   


Nel  1970, se ricordo bene, a  Cinquefrondi, nei locali del vecchio asilo comunale, inaugurato nel 1936 come “Asilo nido comunale per i figli delle raccoglitrici di olive” e poi asilo per diverse generazioni future di bambini, il professore Zurzolo volle rappresentare il  dramma religioso in cinque atti  ”Maria Maddalena”,  scritto nel 1967. Ricordo che non esisteva in paese alcun gruppo teatrale, per recitare fummo reclutati dei giovani quasi tutti alla prima esperienza, meno il caro Totò Dromì di Anoia Inferiore, con origini paterne cinquefrondesi. 


 

In quel dramma  la narrazione fedele dei vangeli era rappresentata solamente dalla  figura di Gesù (interpretato da Turi Fringuello, anch’egli di Anoia)  e di Giuda (interpretato da Totò Dromì). Il personaggio di Maria Maddalena, interpretata da Ernesta Carrera, recava tante costruzioni immaginate dall’autore, in quanto nei Vangeli si racconta poco della sua vita, cambiata radicalmente dalla luce di Cristo. Io interpretavo una figura marginale, Aronne, ricco commerciante arabo.  Questi, ad un certo punto di una  scena in cui si mangiava e si beveva, si alzava col bicchiere di vino in mano, lo alzava e diceva queste parole, che mi sono rimaste nella testa e che qualche volta ho utilizzato come brindisi in occasioni di convivialità familiari o amicali:

 Il buon vino è il profumo dell’anima, fornendoti ,infatti, occasione di dolcissimo oblìo, esso ti eleva al di sopra dei dissapori della vita”.

La rappresentazione andò bene, il professore era contento, fummo tutti felici e festosi e alla fine  andammo a mangiare e bere davvero. Fu la prima sbornia della mia vita, mi dovettero portare a casa. 


Questo bellissimo dramma, grazie a Totò Dromi e al gruppo teatrale anoiano, che poi negli anni successivi si costituì proprio grazie a Zurzolo, fu  rappresentato e da lui diretto nelle piazze di diversi centri della Calabria, ottenendo gradimento e applausi. 

Vorrei infine, ricordare il professore Zurzolo così:  in una mattinata autunnale uggiosa  di sei-sette anni addietro, lo vidi camminare solo e pensoso sulla strada che dalla Chiesa della Madonna della Catena di Polistena porta a Cittanova, ancora in zona abitata. Andavo al lavoro e la sede è a poche centinaia di metri più avanti; arrestai l’auto, abbassai il finestrino  e….. . “Professori Zurzolo, bongiornu, ‘nchjanàti !”  Mi rispose “ Bongiornu e saluti, ma jeu no’ mi ricordu, cu’ sì ?”.  Sceso dall’auto, replicai   “Oh Madonna  mia professori, non vi ricordati? Vi dicu ‘nu nomi, sugnu Aronne, riccu commercianti àrabbu…..di Cincrundi” . Si avvicinò, mi guardò intensamente e mi disse sorridendo: “Giordanu di Cincrundi sì….”  Non volle salire in macchina, solo e pensoso voleva andare……..a passi tardi e lenti, con una verga a mo’ di bastone per compagnia. Uomini e docenti di una volta……….Quanto ci mancano e quanto mancheranno a questa epoca con poca luce.

E per concludere questo ricordo del prof. Zurzolo ecco una delle sue poesie più belle : 

                                                       


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