Questa notizia è stata letta 118 volte

             Ciccio Misiti

 

Al civico 37 del Corso, è vissuto per tanto tempo, insieme con la sua famiglia, Francesco Misiti, detto Ciccio. Oggi sarebbe stato il suo 83mo compleanno, essendo nato il 6 gennaio 1939. 

 

Ciccio Misiti era un personaggio molto popolare nel paese per più motivi: anzitutto in gioventù era stato per tanto tempo il glorioso portiere della seguitissima squadra di calcio cittadina, dall’inizio degli anni 50 fino ai Sessanta inoltrati. Con la sua corporatura robusta più che il portiere forse avrebbe potuto fare il pugile o il lottatore, ma se la cavava egregiamente lo stesso, in campo era sempre protagonista, e nelle uscite era molto pericoloso per gli altri, data la sua stazza; inoltre non stava mai fermo fra i pali, fosse stato per lui si sarebbe avventurato sempre fino a centrocampo. 

 

Inoltre era un super appassionato di politica, innamorato e fedelissimo del partito della Democrazia Cristiana, alla quale era fortemente legato senza esserne mai stato nè candidato nè dirigente, ma semplicissimo elettore.

Nella foto in alto, Ciccio Misiti è in basso, il terzo da sinistra

 

 
 
 
 
 
 
 

Nella foto a lato Ciccio Misiti è il primo a destra in piedi, con la divisa da portiere. In questa immagine si riconosce anche don Giovanni Galluzzo (il primo da sx) per tantissimi anni rettore della Chiesa del Rosario

Ciccio era sempre allegro, pronto alla battuta, scanzonato. E queste sue caratteristiche conservò anche nel suo lavoro di benzinaio. Dal suo distributore tutti i cinquefrondesi prima o poi sono passati: dunque come non conoscere Ciccio Misiti? Uomo di grande simpatia, affezionato lettore del ‘Corriere dello sport’, e tifosissimo del Torino, tutte le mattine per decenni passò dall’edicola di Pinuccio per comprarlo prima di andare al lavoro; poi teneva il giornale sotto il braccio e quando poteva lo sfogliava,  leggeva gli articoli a puntate, fra un rifornimento e altro, fra un borbottio e l’altro. Ciccio Misiti infatti amava recitare la parte del personaggio burbero, che sbuffava per qualunque cosa, era pigro e non amava alzarsi dalla sedia per perdere tempo con cose inutili o con scocciatori, specie se ciò gli costava l’interruzione della lettura.

Il suo primo distributore si trovava in viale Rimembranze, più o meno a metà strada fra Piazza della Repubblica e Piazza Marconi. Poi, con tanti sacrifici, realizzò un bell’impianto proprio all’inizio del paese, con annesso lavaggio: il grande sogno della sua vita. Nel quale si buttò a lavorare a capofitto e nel quale prestavano la loro opera anche varie altre persone, e infine anche il figlio Leonardo. 

 

 

L’altra sua passione come detto era la politica. Era democristiano fin nel midollo, faceva le campagne elettorali, polemizzava con i partiti avversari, e c’era una battuta che ripeteva spesso: “Se anche in Italia restasse solo un democristiano, con me saremo in due”. Non è chiaro da dove gli provenisse tanta foga, non ricordo si sia mai candidato a niente, ma quando parlava di politica era sempre molto convinto. 

 

Ciccio era amato da tutti in paese per la sua semplicità e bonomia, e per la sua generosità; quando è morto, prematuramente, ha lasciato un grande vuoto non solo nella sua famiglia.

(estratto da ‘Lessico dell’anima’, di Francesco Gerace, 2020; foto dell’Archivio Storico Tropeano, Archivio Gerace, Michele Manferoce)

 

Non è possibile copiare il contenuto di questa pagina.