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I contadini e gli ortolani cinquefrondesi di fine Ottocento traevano la maggior parte dei loro guadagni dalla produzione  e vendita di broccoli e cipolle. La scoperta, insieme a molte altre sull’agricoltura che si praticava nei territori del nostro comune, venne fatta da Giuseppe Antonio Pasquale, il medico di Anoia, che era anche studioso ed esperto di botanica, e considerato il maggiore studioso e conoscitore dell’agricoltura meridionale del suo tempo.

All’agricoltura cinquefrondese, alle sue colture, ai suoi difetti e alle sue caratteristiche migliori, Pasquale dedicò alcune pagine nella sua opera principale intitolata ‘Relazione sullo stato fisico economico agrario  della prima Calabria Ulteriore’ pubblicata nel 1861 e premiata con la medaglia d’oro dall’Istituto di scienze naturali di Napoli nel concorso del 1862. Si tratta di un lavoro monumentale di oltre 400 pagine, nelle quali Pasquale esaminò nei dettagli le caratterisiche agricole dei vari territori calabresi.

Nelle pagine dedicate agli orti cinquefrondesi, fra l’altro,  il botanico scrisse che i nostri compaesani di fine Ottocento “ingrassano i loro orti con ogni maniera d’ingrasso, non però col pozzonero, ma con le acque lorde provenienti dalle contrade dell’abitato”.   Ma chi era esattamente Giuseppe Antonio Pasquale ?  ecco di seguito un profilo di questo grande e poco conosciuto studioso

 

di Mimì Giordano

Anoia Superiore è a un tiro di schioppo da Cinquefrondi e a 90 secondi di auto; ha un nome che deriva dal greco e, secondo il dialettologo calabrese Giovan Battista Marzano (1842- 1902), significa piano superiore. Da cinquefrondesi riconosciamo i nostri peccati: gli anoiesi, o anoiani che dir si voglia, li abbiamo invece sempre considerati vicini di territorio inferiori a noi. Certo, pure i polistenesi hanno considerato noi cinquefrondesi  inferiori a loro, pure i palmesi hanno considerato i gioiesi inferiori a loro, e via dicendo. Questione di campanile o di “crigna”. A confiteor già recitato, devo dire questo: da cinquefrondese che risiede a “Redicina” e al quale se mancano l’aure dolci del suolo natal per 10 giorni va in crisi d’astinenza, da un po’ di tempo mi sento orgoglioso di avere gli anoiani a due passi dal nostro paese, e da quando son venuto a conoscenza della figura di un antico e valoroso vicino di paese, a nome Giuseppe Antonio Pasquale, nato ad Anoia il 30 ottobre 1820 e morto a Napoli il 14 febbraio del 1893, ancora di più.

Egli fu medico, botanico e patriota e  riposa fra le figure illustri del Cimitero Monumentale di Poggioreale (NA) accanto ad eroi del Risorgimento italiano, quali Luigi Settembrini e Francesco De Santis. Il suo monumento funebre è un’opera dello scultore polistenese Francesco Ierace ed è rappresentato da un ritratto marmoreo e da un rilievo che riproduce un fanciullo fra piante ed erbe, intento a studiare un fiore,come Giuseppe Antonio Pasquale aveva fatto nella sua giovinezza e  nel prosieguo della vita.

Peppino, così veniva chiamato da familiari ed amici, nacque dall’unione fra il medico Ferdinando Pasquale e Pasqualina Barone. Il mondo vegetale, il mondo delle piante lo affascinarono sin da giovanissimo. Terminati gli studi letterari a Reggio Calabria, a 18 anni iniziò a studiare medicina a Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie; si fece apprezzare per la volontà di applicazione nello studio, tant’è che il suo professore, Michele Tenore, dovendosi assentare da Napoli, gli affidò il suo studio privato di botanica, dove venivano impartite lezioni e realizzati corsi di studio. Pasquale, poco più che ventenne, seppe meritarsi l’apprezzamento e quello fu l’inizio di una fulgida carriera scientifica. A ventidue anni conseguì la laurea in Chirurgia all’Università partenopea e contemporaneamente fu chiamato dal Professor Tenore ad aiutarlo nella direzione dell’Orto botanico.

Le frequentazioni intellettuali e politiche in un contesto nazionale che vedeva lo straniero dominare in Italia, portarono Pasquale a rispondere alla chiamata della Patria e, a 28 anni, nel 1848 partecipò alla battaglia di Curtatone (MN)  e nell’agosto del 1848 alla difesa di Venezia, condotta dal Gen. Guglielmo Pepe. Tornato a Napoli, affrontò le ostilità dei Borboni che si trasformarono in persecuzioni e sorveglianze poliziesche speciali. Pasquale fu costretto a rientrare ad Anoia, dove esercitò la professione medica,senza abbandonare la passione e la ricerca in campo botanico e lo fece nell’orto appositamente annesso alla sua dimora.

Una florida e prolifica pagina quella familiare di Peppino Pasquale, una pianta con numerosi frutti fu il matrimonio che, trentunenne, contrasse con Annunziata Maria Florimo il 24 febbraio 1851 a Mammola (RC). In nove anni, dal 1851 al 1859, generarono 6 figli: Ferdinando, Vincenzo, Laura, i gemelli Fortunato e Francesco e Domenico. Intanto, i mutamenti politici e storici che accompagnavano la Calabria dal Regno borbonico a quello d’Italia portarono Pasquale trasferirsi con tutta la famiglia a Napoli, dove riprese l’attività professionale e scientifica; divenne cattedratico di botanica e medicina e il 20 maggio del 1862 vinse la medaglia d’oro e una somma in denaro di 300 ducati del tempo, equivalenti a 5.800 euro di oggi (con la differenza, naturalmente, del potere d’acquisto relativo alle due epoche) e lo fece presentando al concorso un’opera imponente di 440 pagine, completata nel 1861,  denominata: “Relazione dello stato fisico- economico- agrario della prima Calabria ulteriore”. Così veniva, infatti, chiamata quella parte delle Calabrie che dalla valle del fiume Crati si estendeva sino a Reggio Calabria; quella al di là del Crati era denominata Calabria Citeriore.

Di quest’opera, le pagine 299-300 e 301 sono dedicate all’orticoltura che si praticava nel nostro paese, a Cinquefrondi. Nel biennio 1866-1867, Pasquale divenne Direttore ad interim dell’Orto Botanico di Napoli. Nel 1879 fece un viaggio botanico-agrario a Parigi e a Londra e si occupò dello studio delle malattie infettive, anche attraverso un viaggio successivo in Egitto.

All’età di 63 anni, Pasquale partecipò al concorso per Professore ordinario di Botanica e direttore dell’Orto botanico, rimasti vacanti per la morte del titolare Prof. Cesati e lo vinse. La sua vita, così intensamente vissuta e affrontata cominciava a far sentire il suo peso; ciò nonostante, Pasquale volle percorrere monti e valli appenniniche campane per le sue ricerche sulle piante. In una di queste escursioni,nell’estate del 1884 il sole agostano rovente del monte Taburno Camposauro causò al nostro un’encefalite che fu nefasta per l’equilibrio della sua psiche e del suo sistema neurovegetativo. La luce di quel cervello fulgido e  prolifico cominciò lentamente a spegnersi. Nel periodo della sua malattia, che va dal 1886 al 1890, la Direzione dell’Orto Botanico venne affidata a suo figlio Fortunato (1856-1917). Giuseppe Antonio Pasquale fu autore di tante pubblicazioni che gli ottennero la stima di medici, accademici, cattedratici italiani e stranieri, nonché di uomini di fede patriottica. Fu socio di diverse Accademie e destinatario del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia per la sua attività di medico,botanico e professore. Giuseppe Antonio Pasquale fu anche un signore nel quale si incarnarono ethos e timè. Si spense a Napoli il 14 febbraio del 1893.

Giuseppe Antonio Pasquale ha lasciato ad Anoia Superiore discendenti conosciuti, apprezzati ed amati nel paese. Primo fra tutti, un pronipote, il capostipite della odierna famiglia Pasquale, suo omonimo. Era, appunto, il medico Giuseppe Antonio Pasquale,classe 1912, deceduto l’11 settembre del 2000, il medico condotto più longevo di Anoia e più volte sindaco dello stesso paese. Ha lasciato 7 figli: 4 maschi, Eugenio,Fabiano, Sebastiano, Vittorio e 3 femmine, Gisella, Erminia ed Ernesta. A lui è meritevolmente dedicata una via del paese. Al suo antenato,cui è di dedicato questo ricordo, mi auguro che l’amministrazione comunale di Anoia, mèmore della  sua grandezza,voglia al più presto tributare il medesimo onore.

Note bibliografiche consultate:

Giovanni Quaranta, Giuseppe Antonio Pasquale,patriota calabrese e direttore del real orto Botanico di Napoli. L’Alba- Maropati, 2012.

Dizionario biografico Calabria contemporanea Icsaic

Note anagrafiche dei discendenti: gentilmente avute dalla signora Gisella Pasquale di  Anoia.

 

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