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Andrea Carrano
In via Milazzo per decenni c’è stato un luogo simbolo del commercio cinquefrondese, il negozio del Riggitano, ma è riduttivo indicarlo solo come un negozio, perché era in realtà un luogo dell’anima cittadina, una certezza per tutti, un posto che donava tranquillità. Ne era titolare Andrea Carrano, nel tempo attorniato da alcuni suoi familiari, i Pennestrì .
Nel negozio di Andrea il Riggitano, che è morto nei primi giorni di dicembre del 2019, si respirava un’aria di casa e si poteva acquistare veramente di tutto. Era un locale di dimensioni modeste all’angolo fra via Milazzo e largo del Tocco. Quindi una strada nemmeno troppo di passaggio. Eppure crocevia per decenni di tutti i cinquefrondesi, ai quali il buon Andrea risolveva problemi d’ogni tipo. Con l’eccezione dei generi alimentari, infatti, il Riggitano vendeva praticamente di tutto, merceria, cartoleria, saponi e profumi, oggetti da regalo, abbigliamento, piccola ferramenta, recipienti, bottiglie, oggetti in plastica, scarpe da lavoro.
Quando un cinquefrondese aveva una qualunque esigenza di casa, la risposta era sempre la stessa: andiamo dal Riggitano. Lui aveva tutto, e quando non aveva il prodotto desiderato sapeva comunque offrire una soluzione alternativa; ma soprattutto Andrea aveva dei modi da gran signore, sempre gentile e efficace, apprezzato e rimpianto da tutti. Il retro del suo negozio era come un cappello magico, lui vi estraeva qualunque oggetto o prodotto. Tu chiedevi una cosa, lui spariva per qualche minuto dietro una porta, poi tornava con qualcosa in mano. Era quasi un rito, e Andrea Carrano pareva un sacerdote, con i suoi gesti ripetitivi e svelti. Faceva sentire ogni cliente a suo agio, lo trattava come fosse il migliore e più importante dei clienti, anche se spendeva poco o niente e questo indicava la sua grandezza, perché dimostrava di avere un gran rispetto per le persone oltre a uno straordinario fiuto per la difficile arte del commercio.
Andrea raramente lo si vedeva a passeggio per strada, era un appassionato lavoratore, governava il suo emporio con leggerezza e praticità, conosceva i paesani ad uno ad uno, e in paese si può dire tranquillamente che tutti sono stati suoi clienti. Quando i supermercati non esistevano (e anche dopo…) il Riggitano era il luogo ideale per risolvere ogni necessità, anche per via dei prezzi sempre molto concorrenziali.
Negli ultimi anni la guerra praticata dai centri commerciali ha messo in difficoltà il vecchio emporio del Riggitano, e il livello delle vendite è venuto via via diminuendo. Ma Andrea è rimasto sempre lo stesso, ed è diventato un personaggio storico per Cinquefrondi grazie anche ai suoi modi signorili.
Oggi il suo negozio non esiste più, e negli stessi locali alcuni familiari hanno avviato un’altra attività commerciale, non più casalinghi e altro, ma generi alimentari, cioè l’unica cosa che Andrea non aveva mai avuto in vendita nei suoi scaffali a via Milazzo.
Tuttavia, guarda un pò i corsi e ricori della soria, nel passato giovanile di Andrea ci fu un periodo proprio come negoziante di generi alimentari, come dimostra una foto reperita nell’Archivio Storico Tropeano nella quale si vede il buon Andrea sorridente dietro un banco.
Oggi negozi come quelli del Riggitano non esistono più, e con la scomparsa del protagonista si è chiusa anche un’epoca storica, nella quale l’acquisto e la vendita di un oggetto erano anche occasione di veri e profondi rapporti umani e di amicizia, invece che mere attività commerciali.
Due sono i motivi per i quali desidero ricordare Andrea. Il primo è di carattere personale, affettivo, il secondo è di carattere sociale. Figlio di Don Pasquale, arrivato in Calabria negli anni '30 da Atrani (SA),borgo medioevale quasi attaccato ad Amalfi. Andrea era simpaticissimo, juventinu 'ncarnatu ,dalla parlata veloce che ogni tanto attroppicava. Sino agli anni '70,assieme al fratello Totò – anch'egli fu un grande amico- conduceva un negozio di generi alimentari in via Milazzo, di fronte alla sartoria di mastru Lona Raso. Il negozio, piccolo, era fornito di tantissimi prodotti, come quelle di Andrea Proto "'u 'marfitanu di lu burgu". Una cosa mi è rimasta impressa di quei negozi: la libbretta. Non era un prodotto, ma a definirla oggi , fu il mezzo per tante famiglie povere o in difficoltà momentanee, per poter mangiare.
Andrea e Totò e anche Andrea Proto e Angiulina non la negarono a nessuno. Forse qualcuno, poco onesto e irriconoscente non onorò il suo impegno. Questa mano tesa alla gente non si concluse con l’ esperienza di commerciante alimentare. Andrea, con la moglie Lina Pennestrì e con il cognato Paolo Pennestrì,"figghj di don Pascalinu 'u riggitanu" proseguì in via Milazzo l'attività avviata dal suocero sul corso Garibaldi, dove a gestire il negozio era la figlia Dora, che intanto si era sposata e trasferita a Torino. E in via Milazzo il negozio "U Riggitanu" proseguì a tendere la mano alla comunità cinquefrondese. Sui tavoli di quell'emporio si esponeva umanità, amicizia, educazione, pazienza. E la libbretta. Ecco, soffermiamoci sulla funzione sociale ed economica- ed è il secondo motivo del mio ricordo- di questa libbretta. Al di la di ogni sentimentalismo che questa modalità, ormai tramontata, èvoca, la libbretta consentì per decenni ai nostri compaesani meno abbienti e a quelli in difficoltà contingenti ,di vestirsi adeguatamente, di allevare e crescere i figli, di trovare prodotti per la pulizia e l'arredo delle case, della persona, tessuti, prodotti per il ricamo, per sartorie. Insomma aiutò anche a lavorare gli artigiani e altri commercianti. Bene, in che cosa Andrea, Lina e Paolino confezionavano le loro mercanzie? In buste personalizzate? Macchè! Ogni cosa trovava posto e sistemazione nelle pagine dei giornali dei giorni passati o nelle pagine di "Grand Hotel" e "Sorrisi e Canzoni" "scadute" che Paolino prelevava da Pinuccio Misiti. Sobrietà vera e propria. Insomma, se non ci fossero stati 'U Riggitanu e la "libretta" questo microcosmo sociale che era Cinquefrondi e i paesini viciniori, avrebbe avuto difficoltà a soddisfare elementari esigenze e a crescere . Anche da loro però ci furono pochi furbi, disonesti e irriconoscenti che non onorarono i loro impegni. Riconosciamo, dunque, ad Andrea e familiari un merito sociale. Dove lo troviamo, oggi, il supermercato o il Centro Commerciale che ha questo rispetto, questa disponibilità, questa considerazione verso la gente ?.
A Sandro e moglie che in quei locali, tornati al commercio di generi alimentari, sentono ancora idealmente presenti i loro cari, un sincero augurio di buona fortuna.
Mimì Giordano