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Cinquant’anni fa venivano ritrovati i Bronzi di Riace. Un anniversario importante, da celebrare non con inutili e spesso costosi convegni, ma con il rilancio del museo (sic) di Reggio Calabria e la promozione turistica della nostra regione e segnatamente della nostra provincia. Ma qui viviamo in eterno ritardo e così il cinquantennale dei Bronzi si sta rivelando una cosina piccola piccola, diciamo pure un flop triste e sconfortante.

Se un turista britannico va al museo di Reggio scopre che le due splendide opere ritrovate 50 anni fa dal sub Stefano Mariottini al largo di Riace, sono posizionate in una sala eccitante quanto l’anticamera di un pronto soccorso. Se poi il turista inglese vuol saperne di più, deve collegarsi con il telefonino su qualche sito per leggere dove i due guerrieri vennero ritrovati, da chi, come e perchè. Eh sì, perchè al museo non c’è nessuna spiegazione o informazione sui Bronzi (nè in italiano, nè in altre lingue !) . Incredibile ma vero.

Sono andato a vedere i Bronzi l’anno corso e ci sono tornato settimana scorsa con amici e familiari, mi aspettavo di trovare un allestimento scenico o qualche altra trovata multimediale per rendere più attraente e accattivante l’ingresso al museo, per dare risalto a queste opere, per esaltarne il valore e la bellezza. Niente di niente. Non una foto, non una narrazione storica, nemmeno un’iimagine dei lavori di restauro fatti a Firenze cinquanta anni fa, neanche un fotogramma delle storiche file chilometriche di cittadini romani che si misero in coda per ammirare i Bronzi al Quirinale, dove furono esposti per volontà dell’allora Presidente Pertini. Se cercate una scritta su Riace e sul suo mare, ve la sognate. E così pure una riproduzione dell’imbarcazione che trasportava le due statue, e anche le ipotesi vere o verosimili sul loro autore, la loro destinazione e i motivi per i quali finirono sott’acqua. Se volete saperne di più leggete il sito Strettoweb (dal quale abbiamo preso in prestito le foto di questo articolo) o Calabria live, oppure cercate altrove.

E’ trascorsa tutta l’estate, chi doveva venire a Reggio ci è già venuto, fra pochi giorni riaprono le scuole e si torna tutti al lavoro, le vacanze ormai volgono al termine. Eppure solo negli ultimi giorni al museo hanno pensato di approntare una mostra di foto artistiche. A parte che potevano farla anche tre mesi prima. Ma è tutto qua ? e poi ci lamentiamo che la gente non viene a Reggio ?

Nei telegiornali di questi giorni non si parla che del pienone delle località di vacanze, di turisti stranieri tornati in massa in Italia, di località prese d’assalto dopo il blocco dovuto al covid. Nemmeno un accenno ai Bronzi, se non altro per  ricordarne l’anniversario. Forse mi è sfuggito, magari ne hanno parlato in qualche edizione notturna. Oppure non ne hanno parlato affatto, perchè i giornalisti sono gente strana, ma anche perchè a Reggio Calabria, al museo, al Comune, alla Regione nessuno si è preoccupato di fare una vera campagna informativa, si vede che l’unica preoccupazione era quella di organizzare convegni inutilissimi e noiosissimi per parlare dei Bronzi, cosa che notoriamente richiama grandi folle….

In tutti i musei del mondo, all’uscita si trova il negozietto dove il visitatore può acquistare libri e riviste su ciò che è esposto, riproduzioni di statue (con quelle del Colosseo a Roma ci campano da decenni aziende e commercianti), poster e gigantografie, tazze, pupazzi e mille altri gadget da comprare per ricordo o per regalare. Tutti prodotti che qualcuno dovrà produrre e che quindi creano lavoro (è così difficile capirlo…?). Ma non a Reggio Calabria, dove non c’è nessun negozio dove spendere dei soldi per una riproduzione in miniatura dei Bronzi, un poster, un volume fotografico, un portachiavi, un video, ecc., salvo che non l’abbiano aperto nell’ultima settimana….ma tant’è, questa è la Calabria di oggi, l’amiamo lo stesso.

 

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