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Con questa decima puntata prosegue il nostro viaggio nei piccoli e grandi segreti del dialetto cinquefrondese e soprattutto alla scoperta di quelle parole che sono quasi del tutto scomparse dall’uso quotidiano o che si sentono sempre meno nei nostri dialoghi.
di Mimì Giordano
Debosciatu – Chi si lascia andare a eccessi vari e trascura la propria salute e la cura della propria persona.
Dericinisi – Ai giovani cinquefrondesi è poco familiare questo termine, ma a chi è ai terzi “anta” della propria vita è conosciuto. Taurianova fino al 1926 era rappresentata da due Comuni, Radicena e Jatrinoli. Radicena era la parte nord del paese, che arrivava sino alla Villa Comunale, da lì in giù era Jatrinoli. Gli abitanti della prima venivano definiti Redicinisi, della seconda Jatrinulisi. Nel 1927 i due comuni furono accorpati nella odierna Taurianova, ma quell’antica distinzione rimane tutt’oggi in alcuni aspetti della vita e del gergo di quel paese. Noi cinquefrondesi (ma anche i polistenesi) chiamavamo Taurianova DERICINA, storpiando il nome dialettale antico Redicina e per nominare i taurianovesi dicevamo Dericinisi.
Dijùnu – Digiuno, nella forma di aggettivo è una persona che non ha mangiato. Esempio : aieri fudi dijunu tutta la jornata. Un popolare proverbio dice: ‘U sàzziu non canusci ‘u dijunu. (Chi è sazio non ha comprensione per chi è digiuno). Profondamente vero questo proverbio, chi è sazio di cibo, di agi, di privilegi, di comodità, non capirà mai cosa vuol dire vivere senza il minimo di essi. Un altro proverbio che si sposa con questo è : cu’ campa ‘ntra l’abbondanza non capisci a cu’ campa ‘ntra l’abbastanza. Di facile comprensione.
Divacari – Svuotare, versare. Figurativamente significa pure raccontare quanto si cova dentro, un segreto, un risentimento, ma anche vomitare.
Docu – In codesto luogo. Da docu derivano docaintra, docaffòra, docammènzu, docavanti.
Dogghiacòlica – Spasmo intestinale, deriva da doglia, il dolore del parto. Naturalmente si prestava benissimo per una imprecazione classica cinquefrondese, quando una persona esasperata dal comportamento e dai dispetti dell’altra (spesso familiari) esclamava a gran voce: dogghjacòlica ‘mu ti pigghija ‘ntra la panza ! Ma chi la esclamava molto spesso si pentiva subito di la jestima.
Dolituri – Sono i familiari, gli intimi di un defunto. Deriva dal latino doleo. Non sempre però nella parlata popolare e paesana questo termine viene utilizzato per condividere incondizionatamente il dolore dei familiari del deceduto. Ad esempio, un’ espressione pesante, critica, quasi offensiva che una volta, involontariamente, ho sentito dire con l’utilizzo di questo termine è questo: ‘o mortu recumeterna, ca ‘i dolituri sunnu ‘o bar ‘i Taverna. Nel senso, anch’esso pesante nel concetto: ‘u peju è di cu’ mori………..ca cu’ resta si cunorta.
Doppumangiatu – Dopo pranzo, pomeriggio.
Dupru – Doppio matrimonio, fra due fratelli della stessa famiglia che sposano due sorelle dell’altra famiglia; oppure fra un fratello e una sorella con una sorella e un fratello dell’altra famiglia.
Dupruni – Dal dizionario calabrese-italiano del maestro Francesco Laruffa (1908-1972): ganghero di ferro a due punte con teste ed anelli agganciati, usato per reggere cancelli e porte rustiche.