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Il grande giorno è finalmente arrivato e Cinquefrondi stasera ha vissuto un evento storico, che è anche un momento di grazia e di benedizione per il nostro paese. Questa sera nella Chiesa Matrice, infatti, suor Maria Concetta Vitellino ha detto il suo sì definitivo alla vita religiosa, entrando nella Congregazione delle Suore di Carità di Santa Giovanna Antida Thouret.

Davanti alle responsabili della sua Congregazione, alla comunità dei fedeli di Cinquefrondi, al vescovo di Oppido mons. Francesco Milito e al parroco don Serafino Avenoso, suor Maria Concetta ha pronunciato i cosiddetti voti perpetui. Insomma è diventata suora in via definitiva, consacrandosi a Dio con la professione dei Voti di carità, povertà, obbedienza e servizio spirituale e temporale ai poveri.

E’ stato un momento assolutamente inedito per le nostre generazioni: una nostra concittadina ha scelto di donare la sua vita a Dio e alla Chiesa, e oggi, dopo un percorso spirituale, di studio e di servizio di carità durato ben 7 anni, per Maria Concetta è stato il giorno del sì definitivo alla chiamata, un sì maturato con consapevolezza e fede. E’ stata una serata emozionante e suggestiva. Suor Maria Concetta aveva preso i primi voti il 12 settembre 2015 a Napoli.

E’ la prima ragazza di Cinquefrondi che, nell’ultimo secolo, abbia scelto la vita religiosa. Almeno a memoria recente, infatti, non si ricordano ragazze del paese che abbiano scelto di farsi suore. Ce ne sono state due di fine ottocento, di cui però non ci sono molte notizie, una suor Angelina Ferrari morta nel 1952, e una suor Adele Manzulli, nata in Puglia e morta a Cinquefrondi addirittura nel 1880, imparentata con i Manferoce.

Maria Concetta oggi è una donna felice, anzi raggiante, è sempre sorridente ed ha una bella storia, nei suoi occhi traspare la serenità di una vita di fede matura e pienamente consapevole. Devotissima della Madonna di Polsi, , non proviene da un famiglia con particolare fervore religioso,  non c’è nulla nei suoi trascorsi che potesse far pensare a una scelta così radicale. Ma le vie di Dio sono infinite e misteriose, così un bel giorno la giovanissima ragazza cinquefrondese ha preso coscienza della sua vocazione ed ha deciso di seguirla, senza tentennamenti.

In questi primi anni di vita religiosa Maria Concetta ha girato mezza Europa, imparato le lingue, presa una laurea in Scienze dell’educazione, si è occupata di carità e assistenza, ha accolto giovani e studenti, ha fatto apostolato e catechismo. Le consorelle la adorano per i suoi modi e la sua efficienza.

Il suo animo gentile, la sua premura nei confronti delle persone, la sua fede gagliarda e motivata ne hanno fatto un punto di riferimento per tutti, ovunque sia stata. Ora questa figlia di Cinquefrondi ha scelto il suo paese natale per pronunciare il suo sì definitivo alla chiamata del Signore e tutti noi cinquefrondesi non possiamo che esserne orgogliosi e augurarle ogni bene per il futuro.

La festa di questa sera è stata receduta in settimana da un incontro di testimonianza con i giovani della parrocchia e le famiglie, e da una veglia di preghiera alla quale hanno partecipato anche alcune responsabili della sua Congregazione, oltre a tantissima gente.

Quello scelto da suor Maria Concetta è un Ordine religioso nominalmente poco conosciuto al grande pubblico, ma è diffuso in tutto il mondo;  c’è una loro casa a Polistena, un’altra è a San Ferdinando, ce ne sono molte nel sud Italia e soprattutto nell’area di quello che fu il Regno di Napoli. La maggior parte delle Case di queste suore si trovano in Francia. Fondato nel 1799 in Francia, l’Ordine delle Suore della Carità si dedica principalmente all’istruzione e all’insegnamento, le religiose sono anche attive nell’assistenza agli ammalati, ai carcerati e alle opere parrocchiali.

Alcune di queste foto sono tratte dal sito ‘La bella Cinquefrondi’, che ringrazio per averle pubblicate e messe a disposizione di tutti.

“Fin da piccola -racconta  questa suora oggi trentenne- ho sempre frequentato la Parrocchia del mio paese. Ho fatto l’animatrice dell’estate ragazzi, la catechista e anche la corista prima nel gruppo dei bambini di Giovanni e poi nel gruppo degli adulti di Alessandro. A proposito dell’estate ragazzi, ricordo che avevo circa sedici anni quando, un giorno caldissimo di giugno mi trovavo all’oratorio insieme ad altri animatori per preparare tutti i materiali che ci sarebbero serviti per l’imminente apertura del campo estivo, e non so come ma ho sentito dentro di me che un giorno in futuro io sarei stata una suora. Certo, all’inizio non ho dato peso anche perché c’erano nella nostra Parrocchia le suore Battistine, che conoscevo bene perciò ho pensato a una fantasia del momento. Col passare del tempo ciò che ho sentito è diventato un pensiero, che cercavo di accantonare perché mi faceva paura”.

Maria Concetta attraversa un periodo di riflessione, per capire davvero quale sia la sua strada. “Intanto -racconta lei- lo dissi ai miei genitori che presero malissimo la cosa. Pensavano che fosse un’idea passeggera”. E aggiunge: ” Mentre il tempo passava io finivo di studiare, ero fidanzata ma quel pensiero presto divenne desiderio e si faceva sempre più forte, tanto che ad un certo punto Padre Raffaele (ndr, il confessore), dopo circa tre anni di accompagnamento spirituale, ha chiesto ad una sua conoscente il numero di una suora della carità per poter farmi fare esperienza concreta della vita religiosa”.

“Avevo diciannove anni quando ho conosciuto per la prima volta le Suore della Carità. Mi ricordo che il primo incontro è stato a Polistena, nella comunità vicino al cinema. Sono andata all’appuntamento da sola in macchina, dicendo ai miei genitori che andavo da un’amica. Ricordo che appena sono entrata i primi occhi che ho incrociato e da cui mi sono sentita guardata sono stati quelli del quadro della fondatrice Santa Giovanna Antida. Occhi che mi hanno guardata e mi hanno dato la conferma di ciò che sentivo. Occhi che sono rimasti impressi nel mio cuore. Occhi che non mi hanno mai lasciata. Occhi che mi hanno fatto sentire subito in famiglia. La suora che ho incontrato quel giorno mi ha accolta calorosamente, entrambe ci siamo presentate, abbiamo parlato un pò e prima di andare via mi ha dato tre libri da leggere, uno  sulla vita della fondatrice della congregazione, Santa Giovanna Antida, uno su una santa di famiglia Agostina Pietrantoni, e uno sulla beata Nemesia Valle. Ho iniziato a leggere questi libri e li ho divorati, ogni libro mi parlava e mi rivelava conferme che non mi stavo sbagliando, che dovevo continuare per quella misteriosa strada intrapresa tre anni prima e che piano piano si stava illuminando della luce giusta”.

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