Questa notizia è stata letta 1171 volte
C’è una donna che da circa 25 anni tutte le sere anima la preghiera del rosario che si svolge nella chiesa matrice di Cinquefrondi e, a seconda delle festività, anche nelle altre chiese cittadine. Con la sua voce dal timbro dolce e tonante insieme, guida i fedeli in questo appuntamento fisso di preghiera serale che il parroco don Serafino ha creato e consolidato nel tempo.
Non importa se fa caldo o freddo, se è piena estate o c’è il diluvio universale, ogni sera nei primi banchi di sinistra della chiesa matrice la signora Elvira prende posto e avvia il rosario, detta i tempi delle ave maria e delle litanie, e fa in modo che la preghiera si concluda un minuto prima che cominci la messa. In questo gesto ripetuto quotidianamente ci sono una fedeltà e una serietà davvero commoventi.
Attorno a Elvira a volte ci sono tantissime persone, a volte poche, in qualche caso pochissime, ma lei è sempre lì, fedele al suo impegno. “A me piace pregare, non è importante quanti siamo; sono cristiana, sono felice, il Signore mi ha concesso buona salute, e io non manco mai, perchè non mi allontano da Cinquefrondi, non viaggio, non vado da nessuna parte; e i miei impegni privati li svolgo nelle altre ore del giorno” racconta lei, stupita che qualcuno le chieda del suo singolare ‘impegno’ religioso.
A chi le chiede il segreto di tanta costanza, risponde: “Il fatto che prego tanto non vuol dire niente, sono una come tutti, con i miei peccati e i miei problemi. Mi affido al Signore e ringrazio don Serafino che mi consente di aiutarlo in parrocchia”.
Elvira è una gentile signora che a Cinquefrondi tutti conoscono per tanti motivi. Anzitutto appartiene alla numerosa stirpe dei cosiddetti ‘murgari’, come viene simpaticamente definita la grande famiglia D’Agostino con tutte le sue varie diramazioni, tutti grandi lavoratori da sempre impegnati nel commercio ambulante di frutta e verdura, che lei ha seguito solo in gioventù. In tempi più recenti, per un periodo ha lavorato anche in un supermercato, dove cucinava prelibatezze per il banco rosticceria, ma poi ha lasciato quell’incarico per dedicarsi eclusivamente alla sua famiglia.
In realtà senza saperlo la signora si è trovata pian piano a svolgere casualmente un altro impegno, che ha finito per assorbirla del tutto. E’ una donna molto religiosa, Elvira; e fin qui nulla di speciale, perchè ci sono tante persone come lei nel mondo. Solo che circa 25 anni fa cominciò a recarsi tutte le sere in chiesa per dire il rosario. Vai oggi, vai domani, quell’appuntamento serale con la preghiera mariana è diventato fisso e irrinunciabile, seguito dalla messa vespertina.
Elvira partecipa anche alla messa del mattino, guida il coro improvvisato fra i fedeli presenti, coordina le letture. “A volte capita che siamo in pochissimi, specie quando c’è maltempo o nel mezzo dell’estate, e allora oltre a cantare devo anche leggere tutte le letture” dice, spiegando quanto sia “bello cominciare la giornata partecipando alla messa”. Solo che lei ne fa almeno due al giorno e in passato, quando in paese c’era anche il viceparroco, ne seguiva addirittura tre, e le animava con lo stesso entusiasmo e la stessa precisione..
Elvira è una donna pratica, da piccola ha conosciuto la povertà, “conservo tutti i miei ricordi di bambina, in casa eravamo otto figli, mia mamma era in grande difficoltà” racconta; ha lottato per farsi strada, ha lavorato, ha messo su famiglia con Antonio Zaffino da cui ha avuto due figli (Sandro e Barbara, entrambi professori alle scuole superiori) . “Oggi sono una persona felice e molto orgogliosa”, dice, e aggiunge che “l’amore del Signore per me l’ho sempre sentito attraverso le persone che mi hanno voluto bene e mi sono state vicine quando le cose andavano male. Ricordo ancora quella vicina di casa, che certo non era ricca, che moltissimi anni fa in un momento in cui ero davvero piena di problemi, mi aiutò a mettere insieme i soldi che mi servivano per poter comprare una piccola casa al rione Santa Maria, sono cose che non si dimenticano”.
Chi non la conoscesse, potrebbe pensare che Elvira sia una vecchina tutta casa e chiesa, una delle caricature con cui si divertono quelli che si credono spiritosi con i credenti. Invece lei dietro il sorriso gentile nasconde la forza di una tigre, nel senso che ha un carattere forte e volitivo e la risposta sempre pronta; se pensi di prenderla in giro, ti ritrovi zittito; ha un carattere estroverso, fa amicizia facilmente con tutti, è sempre sorridente, conosce il mondo e le sue durezze; non si dà arie e vive in semplicità; ama vestire con qualche vistoso tocco di eleganza, non nasconde la sua passione per i tacchi e il rossetto, e nonostante non sia più una ragazza conserva il fascino della sua gioventù con la quale ha fatto girare la testa a molti. Insomma è una donna concreta, pienamente immersa nel suo ruolo di moglie e mamma.
Per non farsi mancare niente, la signora Elvira oltre al rosario serale conduce praticamente tutti i momenti di preghiera che scandiscono la vita della comunità cinquefrondese nel corso dell’anno. Non c’è infatti novena di san Michele o di san Rocco, del Carmine o del Rosario o di qualunque altro santo venerato a Cinquefrondi, e poi tridui, ottavari per i defunti, vespri e suppliche in cui lei non sia presente a condurre i fedeli, che peraltro si lasciano volentieri guidare dalla sua possente e inconfondibile voce che certo non abbisogna di microfoni e altoparlanti.
Elvira conosce e intona un’ampia varietà di canti per tutte le occasioni, recita a memoria le litanie di una moltitudine di ricorrenze, legge le letture della messa. Senza nemmeno esserne cosciente, svolge dunque un compito importantissimo in favore della comunità, per il quale bisogna solo dirle grazie.
E’ difficile pregare da soli, non tutti ne sono capaci, non tutti ricordano le parole o i canti, e poi ci sono le timidezze alte come muri, che impediscono a tanti di pregare in pubblico. Niente paura, in chiesa c’è Elvira, è piacevole affidarsi a lei e farsi portare letteralmente per mano nella recita del rosario. E quando la preghiera è finita, lei gira fra i banchi per arruolare i lettori per la messa che sta per cominciare; una volta che per un malinteso fu saltata una lettura durante la messa, lei si presentò mortificata e a capo chino al parroco, come se avesse commesso un delitto. Ci vorrebbe una Elvira in tutte le parrocchie del mondo.