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Ci sono lettere dell’alfabeto che, per ragioni insondabili, ‘esprimono’, se così si può dire, un maggior numero di parole rispetto ad altre. Una di queste è la M, che nel dialetto cincrundiso contiene una ricchissima varietà di termini. Questa 21ma puntata della rubrica sulla lingua del nostro paese presenta appunto una prima ampia rassegna di parole che cominciano per M, molte delle quali ormai non si sentono più nelle nostre conversazioni, come ad esempio mafruni, magghjòlu, majida, majistra, mammarandi, mangiasumi e altre ancora.
di Mimì Giordano
Maccabbeu : Babbeo, tonto. L’origine di questa parola è forse per associazione fonetica con babbeo, anziché con i Maccabei, giudei del II° secolo A.C. protagonisti della rivolta contro Antioco IV
Maccarruni: come sopra, un epiteto tratto dal nome di un tipo di pasta lunga, con il buco, che tanti anni addietro era il piatto della domenica fatto col ragù di carne. La parola maccarruni – con l’aggiunta di senza pertusu – rivolta contro qualcuno non ha le stesse intenzioni di apprezzamento rivolte al buon piatto.
Mafrùni: imbroglione, scaltro, furbo
Magàra: maga, megèra,stregona
Magulà: Parotite, orecchioni
Magghjòlu: talea, tralcio, jettùmi. Secondo G.B. Marzano (1842-1902) potrebbe derivare dal latino malleolus (il malleolo della tibia, osso sporgente)
Majìda: contenitore ampio in legno a forma di cassa, in cui si impastava il pane
Majìstra: maestra, sarta. Erano note e brave i majìstri di tilàru, di custùra e di ricamu del nostro paese. Scuole di un pregio del quale ci appartiene la storia e il valore. Ammirando una coperta, un lenzuolo, uno scialle, un centrotavola, ci rendiamo conto che difficilmente una persona al giorno d’oggi farà mai più quelle cose, se non in casi rarissimi. E più le guardo e più penso a quante ore, a quanti giorni, a quante notti le donne del nostro paese dedicavano a quei lavori da donare in dote a una figlia, o a una nipote. Inestimabile è la bellezza e il pregio di quei manufatti e dei lavorati al telaio.
Malacrianza: maleducazione, scostumatezza.
Malagùla: di traverso, fermatosi in gola, ma in certi contesti significa anche sgradito
Malamùri: acidità di stomaco, rigurgiti acidi, a volte biliari. Sinonimo di brutta condizione umorale, causata da dispiaceri.
Malanòva: imprecazione comunissima in paese. Non sempre per augurare una mala nuova (novella,notizia), ma spesso per esprimere rammarico, disappunto, contrarietà. Certamente, dire malanova m’hai! o malanova mu ndai non augura gioia, ma nel nostro modo di dire nella maggior parte dei casi non ha intenzioni malefiche. Nella minor parte invece sì !
Malaparàta: situazione poco favorevole. Proverbio: quando la vitti curta e malaparata, pigghjài la via e cangiài la strata
Maliparoli: brutte espressioni, a volte volgari, con toni accesi.
Malòcchju: malocchio, jettatura. Espressione paesane: quant’eni bedhu ‘stu picciridhu, fora malòcchju! (com’è bello questo bimbo, lontano sia il malocchio!)
Malucòri: rancore, dissapore.
Malupìlu: peluria nell’uomo che appare prima della pubertà. Ma è anche quel rialzarsi della peluria già fatta a causa di un’emozione forte. Quandu cuntu chi mi succediu chida sira mi veni ‘u malupilu
Maluvìzziu: furberia, accortezza, diffidenza
Mammarandi: nonna
Mammìna: levatrice, ostetrica
Mammulìsu: persona o abitante di Mammola. ‘U mammulisu per eccellenza e per ricordo indimenticabile era Vicenzu ‘u mammulisu, Vincenzo Scali, per lunghi anni autista del Comune di Cinquefrondi.
Manatèdha: piccola quantità. Come dire: pocu, pocu; nent’e nudha
Mangiasùmi: prurito
lEGGENDOQUESTI VOCABOLI MI PORTANO CON DOLCE MALINCONIA AI TEMPI DELLA MIA FANCIULLEZZA, GRAZIE.
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grazie dovremmo alimentare questi aggiornamenti la quale pur mancando dal nostro paese da più di 60 anni riconosco bene il nostro dialetto da te sopradetti tutto questo forse varrebbe la pena che tanti giovani di oggi leggessero x non dimenticare il nostro dialetto x me i dialetti sono culture la quale dovrebbero divulgarlo di più.
Malavoghjia
Mungiusu,malacrianza,muraturi,mustu,mungitura,mangiatura,manculicani
Marvizza…
Bellíssima la página
Mia madre, a Buenos Aires mi diceva quando si ncazzaba con me: Vorrissi nu spitu russu nta lu c….
Ringrazio gli autori dei commenti Letizia Ieranò, Michele, Michele Iannizzi, Domenico Votano e particolarmente il carissimo Rino Macedonio. A tutti dico che seguiranno almeno altre 4 o 5 puntate con le parole che iniziano con la lettera M.
MUSCUGGHIUNI…