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Più o meno cento anni fa nasceva la Cinquefrondese calcio. I ragazzi del tempo correvano dietro a un pallone in un campetto dalle parti di via Buozzi, che poi venne spostato più in là verso l’attuale via regina Elena.

Veduta del rione Baraccamento

Nel corso dei decenni, centinaia di giovani paesani si sono cimentati con lo sport più bello del mondo e sperato di vestire con orgoglio la maglia della squadra cittadina.

Forse non tutti sanno che la maglietta ufficiale della Cinquefrondese è di colore biancoceleste dell’Argentina grazie a una donazione di emigrati a Buenos Aires: ai giovani cincrundisi fu infatti regalata una divisa completa, biancoceleste appunto, identica a quella della nazionale che un giorno avrebbe avuto tra le sue fila Diego Maradona.

1930-31

Con il passare del tempo la squadretta di Cinquefrondi si trasformò in un club vero e organizzato, e raggiunse per ben due volte nel corso della sua storia il Campionato di Promozione (detto anche di Eccellenza) a un passo quindi, addirittura, dai semiprofessionisti. La prima volta fu a metà degli anni ’70 con l’allora presidente l’avv. Francesco Bellocco, la seconda volta pochi anni addietro con la guida di Giuseppe Bellocco, anche lui avvocato e, come il padre predecessore, super appassionato di calcio.

1953

La Cinquefrondese vide la luce alla metà degli anni Venti dunque. Non c’era un campo degno di questo nome, e neanche una vera e propria organizzazione, ma i giovani si divertivano lo stesso e tanto. La prima notizia su una partita ufficiale risale all’ottobre del 1928. A quella data infatti c’era già un club calcistico, che si confrontava con le formazioni di altri paesi. Non esisteva ancora un vero e proprio campionato come lo intendiamo oggi, ma qualcosa che gli somigliava molto.

1927

Il 21 ottobre di quel 1928 la Cinquefrondese andò a giocare in trasferta contro la Juventus di Terranova e, sembra difficile credervi, accadde un episodio molto spiacevole a causa di una decisione arbitrale contestata, e che non ha nulla da invidiare a tante altre vicende analoghe accadute pure nei nostri giorni. La vicenda fu riferita dal quotidiano Corriere di Calabria.

La prima cosa un pò curiosa è che la Juventus Terranova schierò giocatori appartenenti a un’altra squadra, insomma mandò in campo una formazione mista. Fino a un certo punto la gara si giocò sui normali binari sportivi, con la Cinquefrondese avanti di un gol. Sul finire del secondo tempo scoppiò il putiferio per un fallo di mano dei padroni di casa non sanzionato dall’arbitro, al quale seguì il pareggio della Juventus Terranova. Si possono immaginare le accese proteste dei cinquefrondesi nei confronti dell’arbitro, che però evidentemente fu irremovibile e confermò il gol del pari. A quel punto l’inattesa e drastica decisione dei nostri compaesani di abbandonare polemicamente il campo. Feriti nell’orgoglio per una decisione arbitrale ritenuta ingiusta, i cinquefrondesi si ritirarono e la partita dunque si concluse traumaticamente anzitempo.

1928

Nell’articolo, che è datato da Cinquefrondi, ma senza firma, i giocatori della Cinquefrondese vengono più volte definiti “avanguardisti”, cosa che non accade mai con i rivali di Terranova. Ciò fa pensare che oltre alla disputa sportiva ce ne fosse in campo un’altra di tipo politico, sebbene non apertamente dichiarata. Ed è proprio questo particolare che rende l’episodio interessante e da raccontare, perché dà un’idea del clima che si viveva in quegli anni nei paesi.

Ecco nei dettagli come il giornale raccontò la partita: «[…] scese le squadre in campo, i nostri giocatori si sono visti di fronte i migliori giocatori della Mamerto di Oppido, con la quale si erano incontrati mesi fa. E cioè il portiere Maesano, il focoso De Zerbi, Princi e Scarcella che erano venuti a rinforzare le fila della Juventus di Terranova. Arbitra la partita Liberti. Il primo tempo finisce alla pari, non senza però che i nostri avanguardisti non abbiano fatto ammirare la loro qualità, lottando sempre sotto la porta della squadra mista, superiorità che al principio del secondo tempo si risolve con il primo goal a favore dei cinquefrondesi.

Si è alla fine del secondo tempo, e perciò gli ultimi minuti della partita sono elettrizzanti. Il giocatore De Zerbi, in una veloce discesa, si porta sotto la porta degli avanguardisti, ma qui il pallone viene fermato dalla mano di un altro giocatore della Juventus di Terranova, mentre un altro giocatore trovasi in terra, ma De Zerbi tira lo stesso in porta. La questione porta a una discussione e i nostri giocatori, al comando del loro capo, di fronte alla completa assenza dei più elementari principi sportivi si ritirano dal campo».

1932-33

Una nuova partita della Cinquefrondese fu raccontata dalla stampa nel maggio di due anni dopo. Stavolta l’epilogo non fu traumatico, tutt’altro. Al campo sportivo di Cinquefrondi, che si trovava in quello che era definito il rione Baraccamento, cioè la zona delle baracche (più o meno l’attuale via Regina Elena) la formazione locale affrontò e sconfisse con un sonante 3-0 la squadra Gemelli di Taurianova. La cronaca del quotidiano Popolo di Calabria (nuovo nome del Corriere di Calabria dopo l’avvento del fascismo) riferisce che la precedente partita fra le due squadre, a Taurianova, era finita in parità, senza gol. Segno quindi che in quel 1930 la nostra squadra partecipava già a una sorta di campionato. A fine partita alla squadra ospite venne offerto un piccolo ricevimento “improntato al più cordiale cameratismo sportivo”.

Il 17 luglio del 1932 la Cinquefrondese ospita in casa la squadra del Catanzaro, finisce 2-1 per gli ospiti. Quel giorno per i colori locali scese in campo la seguente formazione: Gangemi, Iudica, Manferoce, Carrera, Albanese, Cotroneo, Surace, Sorrenti, Bertolini, Capri, Pronestì. Presidente del club risulta Francesco Galluzzo, probabilmente -salvo casi di omonimia- il futuro commendatore. La cronaca del Giornale d’Italia riferisce: «Oggi sul nuovo campo tutto imbandierato, ebbe luogo il più grande incontro calcistico della stagione tra l’A.C. Cinquefrondese e l’A.S.F. Catanzarese. (…) Le tribune e i posti riservati al pubblico affollatissimi per concorso anche di signore, signorine e genti dei paesi vicini».

Risale ancora al 1932 un incontro fra la Cinquefrondese e il Messina, finito 5-3. Mentre nel 1938 venne disputata una partita contro la Reggina.

Oggi Cinquefrondi non ha più una squadra di calcio.

 

le foto sono di Michele Manferoce, Mimì Giordano e altri non identificati

 

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