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                                                                     Elena Dell’Era

 

Un’artista piemontese ha donato quattro sue stupende e insolite opere alla parrocchia di Cinquefrondi. Non è bellissimo ? lei si chiama Elena Dell’Era, realizza quadri molto suggestivi e vive nella lontana Vercelli  con il marito Silvio Lori, un colonnello dell’esercito con il quale è venuta tante volte a Cinquefrondi e in Calabria. Lori è nipote dell’ex sindaco avv. Francesco Raschellà, e fin da bambino viene spesso nel nostro paese a far visita allo zio. 

 

Così anche la sua signora si è affezionata a queste quattro mura e alla sua gente, e siccome ritiene che “l’arte in generale debba essere fruibile da tutti e non solo relegata in gallerie dove, ahimè, entrano troppo poche persone”, ha deciso, insieme col marito, di donare  quattro suoi quadri abbastanza particolari alla Chiesa di Cinquefrondi. Gesto insolito e inatteso, e naturalmente molto apprezzato dal parroco don Serafino Avenoso e dalla comunità. 

I quadri sono stati presentati oggi  dal marito della pittrice e da don Serafino, che poi ha fatto anche una benedizione. Non è stata una cerimonia, ma un piccolo e breve evento nel grande salone della parrocchia, alla presenza di un gruppetto di persone. La pittrice invece non era presente.

 

 

Elena Dell’Era è un’affermata artista molto nota in Piemonte e nel nord Italia. Ha esposto le sue opere a Milano, Torino, Genova e Firenze, ricevendo anche diversi premi e riconoscimenti. 

Abitualmente vende i suoi quadri, in questo caso invece li ha regalati. Le quattro tele resteranno esposte nel salone della chiesa matrice e chiunque potrà ammirarle. Ritraggono alcuni momenti della Via Crucis, sono dipinti con una tecnica particolare in bianco e nero, ma in  essi si materializza il rosso del sangue, creando un grande contrasto e una forte suggestione visiva. Una in particolare, quella della Veronica, è a mio avviso di una bellezza straordinaria. 

 

Il tema della Via Crucis “già in giovane età -racconta la pittrice-  mi ha incuriosito, sono stata in Terra Santa per vedere con i miei occhi i luoghi della vita di Cristo fino al sacrificio ultimo della crocifissione”. Non solo arte dunque, ma anche fede. 

 

“L’arte sacra -dice lei- mi ha sempre affascinata in tutte le sue sfaccettature, pittura scultura e architettura. Da qui la decisione di cimentarmi nella realizzazione di alcune tele partendo dalla più classica delle tecniche, la pittura a olio. All’inizio ho creato opere ispirate ai grandi Maestri, poi ho via via cercato una diversa visione del sacro, fino a renderla pulita da ogni sontuosità, con poche linee nere su fondi interamente bianchi e poche macchie di rosso cogliendone così solo l’essenza e la tragicità del momento. Sono consapevole  che forse non a tutti possano piacere -aggiunge- ma mi piace considerarle soggetto di studio e riflessione personale”. 

Invece sono di una bellezza superba, appaiono come giganteschi disegni fatti a matita, e ogni particolare risulta tratteggiato con grande cura. Da un altro punto di vista li si potrebbe considerare addirittura alla stregua di enormi negativi fotografici. 

 

Elena è un’artista con tante frecce nel suo arco, spazia dai temi religiosi a quelli del mondo animale, dalla ritrattistica alle immagini di fiori e natura. Per non farsi mancare niente, compie incursioni anche nel design, nell’oggettistica e nel mondo delle arti decorative in genere. In ognuno di questi campi ha sviluppato un suo personalissimo punto di vista artistico e i risultati si possono ammirare nelle foto che accompagnano questo articolo. 

 

Pittrice di getto, quasi sempre senza una base a matita o bozza di qualche genere, la signor Dell’Era stende le tinte sulla tela “a seconda di umore e stato d’animo, privilegiando la spontaneità del lato creativo: l’arte non deve essere frutto di un ragionamento, ma l’espressione diretta e immediata di un’emozione” spiega. 

 

 

Secondo Elena “l’attenzione dello spettatore deve essere rivolta al gesto del pittore che stende i colori sulla tela per creare un nuovo spazio”. Passione, sofferenza o serenità non faticano a venire fuori dalle sue opere, come la riservatezza e la testardaggine affiorano allo sguardo di chi sa osservare un quadro oltre la semplice pennellata. 

 

Ciò detto, sbaglierebbe chi pensasse che Elena sia o si consideri una pittrice professionista, e se glielo si chiede, lei risponde così: “una pittrice di professione? Assolutamente no. Diciamo più una allieva attempata che ha ancora moltissimo da imparare! Dopo gli studi ho abbandonato il disegno per diversi anni, anche perché il lavoro e la famiglia non mi lasciavano molto tempo libero. Mi sono riavvicinata alla pittura circa 12 anni fa grazie a mio marito che mi ha dato la possibilità, i mezzi ed il tempo per realizzare il classico sogno nel cassetto.  Ed è grazie a Silvio (il marito, ndr) che si è rafforzato il mio legame con la Calabria e Cinquefrondi in particolare, fino alla decisione di donare le tele proprio alla parrocchia del paese”. 

 

La signora Dell’era è entusiasta di questa iniziativa, che irrompe nella sua quotidianità come un fiume in piena. Lei infatti per carattere è molto schiva e silenziosa, vive quasi come una reclusa in casa, nel senso che esce pochissimo. Il suo mondo sono i colori e i pensieri che la guidano verso le sfumature  e i tocchi di colore più speciali, basta guardare i suoi quadri per rendersene conto. 

 

Nella sua vita c’è posto anche per altro, oltre che per famiglia e colori: l’artista infatti ha un grande amore per gli animali, possiede tre gatti che ama moltissimo, e spesso e volentieri sono proprio gli animali i soggetti delle sue creazioni, spesso umanizzati in un modo sorprendente e soprattutto ritratti in pose davvero insolite. 

 

Dentro di Elena si percepisce un mondo in tempesta, che sprigiona le sue energie nella creatività artistica, ma mostra per intero anche la sua anima introversa: “faccio spesso fatica a presenziare anche alle mie stesse mostre -confessa- sono solita ripetere che sono i miei quadri a parlare per me”.  

 

Anche nel caso di Cinquefrondi non ha fatto eccezioni, oggi durante la brevissima cerimonia per la presentazione dei quadri da parte di don Serafino Avenoso, e per la successiva benedizione, l’artista non era presente. Forse per un malanno improssivo. O forse per una sua misteriosa forma di riserbo e di timidezza, quasi  un nascondimento dal pubblico, per lasciar parlare solo le sue opere e soprattutto lasciare solo esse al centro dell’attenzione. Una scelta misteriosa che va rispettata, e che aumenta la curiosità sull’opera e la figura di questa artista anomala, che invece di cercare la ribalta a tutti i costi, preferisce mettersi di lato.   

 

Quando può Elena si rifugia al mare, ma detesta i posti affollati e chiassosi. “Adoro il mare e mal sopporto i luoghi troppo turistici, dice. La bellezza dei posti preferisco vederla senza il velo del consumismo, parlando con la gente che ci vive quotidianamente, ed è capace ancora di mostrare la vera anima che gli appartiene. Un piccolo borgo, una minuscola chiesa, i profumi della cucina tradizionale mi soddisfano assai più che strade affollate piene di vetrine e di oggettistica troppo spesso fatta in serie”. Forse è per questo che si è affezionata a Cinquefrondi, ma sempre con quei suoi modi discreti e quasi silenziosi, un’artista che c’è e vuol esserci, ma preferisce non apparire.  

 

 

Le chiedo della Calabria, “la conosco da tanto tempo, ci vengo spesso, dice l’artista. Ho ammirato posti magnifici ed altri meno purtroppo… Ma noto pure disinteresse e poca cura per un territorio che invece meriterebbe più attenzione. È una terra che ha un fortissimo potenziale che non può e non deve fermarsi alla costa. Bene Tropea, Capo Vaticano, Scilla, Diamante, Locri, Reggio Calabria. Splendide spiagge e bei panorami senza dubbio alcuno, ma l’entroterra, vero cuore di una regione, è troppo spesso dimenticato e lasciato a sé stesso. Questo con mio grande dispiacere”. 

 

Da oggi Elena Dell’Era è diventata un pò cinquefrondese, grazie a quel dono inatteso e a quella simpatia sconosciuta per questa terra difficile ma anche affettuosa e accogliente. I concittadini possono essere contenti e orgogliosi che un’artista del suo livello abbia scelto di mettere per sempre radici nella nostra cittadina.  

Foto Lori, Marcello Roselli

 

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