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Vi piace la fantascienza ? amate l’ironia sui tic di noi calabresi ? vi interessano le storie d’amore contorte, dove i sentimenti si uniscono alle grandi domande sul senso della vita ? vi piacciono i racconti di viaggio dove non si parla di monumenti ma di persone e cose bizzarre ? vi divertono gli aforismi nonsense e soprattutto il nonsense applicato al quotidiano ?
Ecco, se vi piace o vi attrae o vi incuriosisce tutto questo, c’è un autore che fa per voi. Si chiama Salvatore ‘Saso’ Tigani ed è di Cinquefrondi. Ha già pubblicato ben otto libri fra saggi e raccolte di racconti vari, altri lavori sono in cantiere, e tutto si aggiunge ad una quantità industriale di storie brevi, riflessioni, interviste, video e testi sense e nonsense disseminati in un numero imprecisato di blog e pagine internet nelle quali entra e esce, abbandona e poi riprende con una velocità pari a quella con cui produce scritti.
A Cinquefrondi tutti sanno di Salvatore e del suo talento narrativo, della sua capacità scrittoria e della sua fantasia multiforme. La sua giornata si divide fra il lavoro che gli consente di guadagnare e vivere decorosamente (cioè la progettazione di servizi per gli enti pubblici e il terzo settore) e la scrittura creativa che lo impegna per il resto del tempo. Ciò che gli avanza, cioè pochi minuti al giorno, lo divide fra le incombenze familiari, la spesa e la lettura, l’aggiornamento sui fatti del mondo, la risposta ai whatsapp e messaggi delle sue ammiratrici.
Siccome non ama farsi mancare nulla, Salvatore si diletta anche di altre attività comunicative, cioè fa il regista, produce documentari, monta immagini, scrive sceneggiature, e già che c’è compone anche delle canzoni. La sua creatività è inesauribile, la redditività delle sue opere un pò meno. Ma non si scoraggia. Uno così forse un giorno vincerà il Premio Strega o il Campiello, o forse no, sempre se prima non sarà impazzito per eccesso di stress da tastiera. Oppure più semplicemente continuerà con i suoi scritti a colorare la vita sua e altrui con i toni teneri e allegri della leggerezza, della curiosità, della voglia di scoprire il mondo, di raccontare e raccontarsi che è la vera cifra della personalità di questo giovane scrittore, ormai cresciuto e pronto per il grande salto nella letteratura. Uno scrittore sempre sorprendente, non ideologico, che non pretende di insegnare agli altri e che sta lontano dalla politica. Quando cominci a leggere una sua storia non sai come andrà a finire, l’imprevedibilità è il suo forte, ed è ciò che lo rende interessante, insieme con la sua scrittura scorrevole e a volte surreale.
A breve consegnerà il suo ultimo manoscritto a una grande casa editrice, un romanzo dalla trama top secret, suggello di anni di prove e controprove, correzioni e aggiustamenti infiniti.
Salvatore è un 40enne dall’aria molto giovanile, figlio dell’ex vigile Angelo Tigani e di Teresa Valensisi, genitori che lo adorano ma stanno ancora cercando di capirlo. Ha scelto di vivere a Cinquefrondi, dopo lunghi anni trascorsi a Roma. E’ uno di quegli eroici cinquefrondesi che hanno investito su di sé e sul paese (vedi Cettina Ieranò, l’orafa). Nella capitale aveva un lavoro, scriveva per quotidiani e settimanali, cronaca nera e rosa, cartoni animati, serie tv. Nuotava in un ambiente professionale in cui avrebbe potuto fare ancora molto e allargarsi e farsi notare, per spiccare il volo. Invece ha scelto di tornare a Cinquefrondi, continuando a scrivere le cose che gli piacciono, in attesa di piazzare il colpo letterario della vita. E soprattutto continuando a frequentare i luoghi e gli amici che ama, a respirare l’aria di casa, i tempi lenti e tranquilli del paese, fuggendo via dal grande caos di città, con le sue perdite di tempo e le ansie continue, fra bus in ritardo, metropolitana affollata, traffico impazzito, code ovunque, prezzi alti, amici pochi.
Conosco Salvatore da quando era bambino. Dietro il suo sguardo sornione e simpatico, e gli occhi perennemente gonfi di chi ha dormito poco e male, si nasconde un’anguilla inafferrabile: quando pensi di averlo capito, scopri che c’è ancora un mondo dentro di lui, tutto da scoprire e aiutare a venir fuori. Gli ho buttato lì alcune domande, ecco che cosa ha risposto.
Tigani: Sono stato tutte queste cose, tra l’altro anche regista, montatore e sceneggiatore, e ho scritto anche qualche canzone per degli amici cantanti. Di solito rispondo però che sono un creatore di contenuti, come si usa nell’era di internet. Il mio lavoro vero è da una decina d’anni un altro: sono un formatore e faccio progettazione sociale per enti pubblici e di terzo settore. Quindi tutto il resto va alla voce: hobby e passioni.
Salvatore ‘Saso’ Tigani e la zia Maria, spesso protagonista delle sue storie
Presentati: chi sei, dove e quando sei nato, che studi hai fatto ?
Tra l’altro sono nato lo stesso giorno in cui mio nonno è morto. A casa mia dico, scherzando, che la tradizione vuole che morto un Salvatore Tigani se ne metta al mondo subito un altro.
Ho studiato e mi sono laureato alla Sapienza di Roma in Scienze e tecnologie della comunicazione, con una tesi sull’incertezza indagata attraverso le serie tv americane. Ho vissuto e lavorato lì per quasi tredici anni, tra case editrici di fumetti. Ho scritto per le Winx, per esempio, in Play Press, ma curavo anche le Tartarughe Ninja, i Pokemon e altri personaggi più o meno celebri ancora oggi. Ho collaborato con giornali quotidiani o periodici: Il quotidiano del sud, Cronaca Nera, Fatti di Cronaca, Roma Week, ecc. A un certo punto però il richiamo di casa ha vinto, e nel 2012 sono tornato in Calabria e ho cambiato completamente campo. Da allora lavoro come consulente per Comuni e Associazioni, faccio l’orientatore e l’educatore in genere. Ed eccomi qua.
Salvatore, se avessi una bacchetta magica in mano e potessi decidere il tuo presente e il tuo futuro, cosa sceglieresti di essere o di fare ?
Tigani: il Premio Energheia (secondo posto nel 2003-04), il Premio Writer Magazine (secondo posto alla 44° edizione), il Premio Domenico Bia (primo posto), Premio Robot (2018/19 menzione speciale), questi sono i più importanti. Inoltre, insieme a Michele Ieraci, geologo cinquefrondese mio grande amico, abbiamo vinto il secondo posto in un concorso internazionale di cortometraggi con un film di tre minuti a tema fantascientifico-geologico. Il concorso si chiamava “On the rocks” e per un bel pò il nostro corto è andato in onda sul canale di Focus, ma è ancora su youtube sul loro canale.
Tigani: Si nasconde e nemmeno troppo bene. Sono molto attivo sui social e sul blog, e produco talmente tanto che forse sul dizionario delle malattie psichiatriche c’è un nome per la mia patologia. Ho pubblicato un pò di libri umoristici, raccolte di post tratti dai miei profili facebook e dal mio blog. Il volume “Come sopravvivere ai calabresi” è stato in alta classifica su Amazon per un pò.
Ecco, parliamo dei tuoi libri, quanti ne hai pubblicati ?
– Cronache del Fanta-Reale (uscito nel 2012, è uno studio sociologico sull’incertezza che passa in rassegna la figura del ‘nemico’ nella serialità televisiva americana, confrontandolo con i vari antagonisti della storia della società occidentale: l’industrializzazione e le macchine, i russi, gli immigrati, i virus, ecc.
– Come sopravvivere ai calabresi: 2015, un diario tragicomico. Che parla per lo più della mia vita quotidiana, con toni umoristici ovviamente, e mia zia Maria come protagonista di eccezione (zia Maria che da quando sono tornato da Roma è diventata la mia coinquilina). Ma nel libro descrivo anche il resto della mia famiglia, sempre attraverso la lente distorcente dello scherzo e della caricatura.
Stringi, la stai facendo lunga…
Ok, allora dico solo i titoli. Gli altri libri sono:
– Come sopravvivere all’amore (2017)
– Come sopravvivere a sé stessi (2019)
– Amore caro e altri racconti (2021)
– Il libro delle freddure (2021, raccolta di freddure e vignette).
– Pensieri sulla vita, l’amore e tutto quanto per fare i fighi sui social network (2021, raccolta di aforismi).
– A capo – pensieri spezzati (2022, raccolta di non-poesia)
Tigani: Si chiamava ‘Apocalisse’. L’ho scritta sul diario di una mia compagnuccia di scuola, che lo mandò a NOI MAGAZINE, inserto della Gazzetta del sud (mi pare uscisse ogni giovedì), che lo pubblicò sul numero successivo con tanto di illustrazione bellissima a corredo. Quando uscì, circolò a scuola e tutti gli insegnanti cominciarono a spingermi verso questa strada.
Quando hai cominciato a scrivere e perché ?
Tigani: Oddio, sai che non ho un ricordo preciso di quando ho cominciato? Forse con i temi a scuola, che mi piaceva un sacco svolgere. Di sicuro quella che per prima mi ha influenzato è stata mia mamma che mi ha trasmesso la passione per la fantascienza e l’horror (da piccolissimo cominciai con lei a guardare in tv X-Files ma anche Visitors, Aracnofobia e altre cose così).
Finora hai ricevuto solo complimenti e premi o anche stroncature (da amici, fan e critici) ?
Tigani: Quando a Matera mi premiarono con la menzione speciale per il racconto “Lana e io”, durante la cena di gala successiva alla premiazione parlai con i giurati. Alcuni mi lodarono (c’era anche Povia pre-Sanremo, fresco vincitore del Premio Città di Recanati con una bellissima canzone sulla sorella bulimica, che adorò il mio racconto), ma uno in particolare, lo scrittore Antonio Pascale, mi chiamò in disparte e mi disse tutto quello che non andava nel racconto. Fu molto preciso, quasi crudo, ma mi diede una prospettiva. Era il 2003 o il 2004. Non pubblicai più narrativa per oltre dieci anni, durante i quali studiai e praticai molto. Ero già stato a scuola di sceneggiatura con Age, Suso Cecchi D’Amico, Ennio Morricone (conservo ancora il poster con tutti i nomi) ma fu decisiva l’esperienza di Tutor per il laboratorio di scrittura creativa e giornalistica della Sapienza in collaborazione con la Scuola Omero. Dieci anni dopo la stroncatura di Pascale mandai tutti i racconti di cui ti ho detto a dei concorsi e vinsero tutti qualcosa. Devo ringraziare Antonio Pascale se non sono diventato un wannabe della scrittura, provinciale e letto solo dai propri parenti.
I nostri concittadini sanno di tutti queste opere e dei premi ricevuti ?
Mettiamola così, quanti lettori hai a Cinquefrondi ?
Cosa pensa tua zia Maria di questi libri che l’hanno fatta diventare famosa ?
E’ vero che tuo padre non ti legge perchè scrivi di sesso ?
Come nasce un racconto di fantascienza ?
Nei tuoi scritti parli mai dei temi ‘calabresi’, il sottosviluppo, la disoccupazione, la mafia, il mondo contadino ?
Tu scrivi libri, passi da un blog all’altro, lavori per i progetti per gli enti pubblici e il terzo settore, scrivi racconti di fantascienza e pubblichi diari di viaggio, nel frattempo sei molto presente sui social, con testi sempre lunghi e impegnativi. Ma quando vivi ?
Tigani: non è questa la vita?
Dimmelo tu
Non ci credo
Tigani: Ero andato a fare una visita medica a Treviso e ne ho approfittato per vedere la città. Al ritorno ho preso l’aereo per Lamezia, ero molto stanco e dopo aver letto un pò mi sono appisolato. Al risveglio eravamo atterrati: accendo il cellulare e mi accorgo di non avere internet. Chiamo la mia ragazza, che era venuta a prendermi all’aeroporto di Lamezia, e lei mi strilla contro “Dove cavolo sei? Sono qui da due ore!”. Io mi rivolgo alla vicina di posto: “Abbiamo fatto ritardo?”. Lei guarda l’orologio e dice: “beh, sì, un pochino”. Penso: “Alla faccia: due ore, un pochino”. Mi guardo intorno e rispondo alla domanda della mia fidanzata: “Sto arrivando sono al gate… 22”. E lei: “Ma che cavolo stai dicendo: a Lamezia non ci sono 22 Gate!”. Guardo meglio, mentre cammino nei corridoi, e leggo le indicazioni per il Gate 24, per il Gate 30, per il Gate 44… Al che mi dico: “Ok, a Lamezia non ci sono sicuramente 44 gate”. Il mio cervello si risintonizza sulla realtà e sento che intorno a me stanno parlando quasi tutti una lingua straniera, ispanica, non ancora identificabile. I poster pubblicitari non parlano in italiano e, girato l’angolo, la sala è davvero troppo grande per essere l’aeroporto di Lamezia. Il cellulare mi chiede se voglio abilitare il traffico dati in roaming, dico di sì e apro google maps: il pallino azzurro che segnalava la mia posizione era rimasto fermo per tutto il viaggio sulla città di Treviso e adesso cominciava a muoversi velocemente verso nord-nordovest. Esce dall’Italia, supera la Svizzera, la Francia, la Spagna… Io dico ad alta voce: “Per piacere fermati!”. E si ferma a Porto, in portogallo. Dopo un attimo di choc, dico alla mia ragazza di tornare pure a casa senza di me perché c’è un piccolo problema. Lei: “Ti hanno perso il bagaglio?”. “Ehm, no”, rispondo, “mi sono perso io: sto in Portogallo”. Lei me ne dice di tutti i colori pensando che si tratti di una delle mie burle ma quando le mando una foto del Terminal si convince e se ne torna a Polistena col broncio.
E poi che cosa accadde ?
Il libro o l’autore che ti ha segnato di più e spinto su questa strada ?
Una specie di Bel ami in salsa moderna ?
Con i tuoi numerosi volumi pubblicati, e considerata la tua giovane età, sei un autore fra i più prolifici di Cinquefrondi.
Tigani: ah ah, davvero ? non lo sapevo.
Eppure non hai mai presentato un tuo libro a Cinquefrondi ?
A che cosa stai lavorando adesso ?