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Don Peppino Tripodi

 

Nel novembre scorso il vescovo di Oppido mons. Francesco Milito ha nominato don Peppino Tripodi nuovo amministratore parrocchiale alla chiesa del Rosario a Polistena, in sostituzione di don Franco Borgese ormai anziano quanto all’età, benchè sempre vivacissimo nel fisico e nel carattere.  

 

E’ una nomina importante per don Peppino, che da qualche tempo viveva a Cinquefrondi e collaborava con il parroco don Serafino Avenoso, dopo lunghi anni trascorsi in altri incarichi, ricordiamo fra gli altri quello di parroco al Bosco di Rosarno.

 

Don Peppino Tripodi è il penultimo cinquefrondese, in ordine di tempo, ad essere diventato sacerdote (l’ultimo è stato don Giuseppe Ascone). E ora dunque ha cominciato una nuova esperienza nella vicina Polistena. 

Venne ordinato sacerdote il 10 luglio 1994, nel corso di una solenne cerimonia che si svolse nella piazzetta antistante la chiesa matrice,  presieduta dal vescovo del tempo mons. Domenico Crusco.

 

Un altare venne eretto all’aperto con le spalle alla scalinata, per poter far posto a tutte le persone presenti, dato che la chiesa non avrebbe potuto contenerle tutte. Molto suggestiva, come sempre in questi casi, la cerimonia di ordinazione durante la Messa, con don Peppino prostrato, faccia a terra davanti all’altare. Poi ci fu l’imposizione delle mani del vescovo Crusco e la vestizione con gli abiti sacerdotali a opera del parroco del tempo, e anche attuale, don Serafino. 

 

Quel giorno ci fu una grande partecipazione di popolo a quella festa importante e semplice insieme, e dai balconi delle case affacciate sulla piazzetta vennero esposte le coperte, segno di rispetto. Mentre il coro parrocchiale diede il meglio di sè.

 

Nella foto a lato, don Pasquale Galatà, don Pino De Masi  parroco a Polistena, don Serafino, il vescovo mons. Domenico Crusco e don Peppino Tripodi.

 

 

Don Peppino era un giovane semplice, come tanti, e tutti gli volevano e gli vogliono un gran bene. Rimasto orfano molto presto, ha sempre mostrato una grande sensibilità umana e, ormai tanti anni fa, nessuno si stupì quando si seppe che sarebbe entrato in seminario. Il parroco della sua gioventù, don Antonio Ritorto gli era molto affezionato e lo seguì sempre con tanto affetto. 

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Da ragazzo don Peppino era uno come tanti, voglia di scuola poca, voglia di gioco tantissima. Per qualche tempo fu il portiere della squadra allievi della Cinquefrondese, e stupiva tutti con la sua incredibile agilità, tenendo conto che non era propriamente un watusso. Era invece piccolo e magrolino, e si tuffava con grande elasticità. Ma quella fu un’esperienza breve, non era il calcio la sua strada. Lo fu invece il sacerdozio, al quale si avviò qualche tempo dopo la fine degli studi superiori. 

 

Foto di gruppo di don Peppino Tripodi e del parroco don Serafino con gli amici della Comunità parrocchiale giovanile

Dopo la cerimonia di ordinazione, ci fu una  festa nel campetto dell’oratorio, con musica, pizzette e dolci, e tante fotografie degli amici con il nuovo sacerdote. Don Peppino infatti proveniva dalla comunità parrocchiale giovanile che il mite don Antonio Ritorto aveva tirato su in quegli anni.  Un bel gruppone di giovani e giovanissimi nel quale la vocazione di don Peppino era andata via via maturando, insieme a tante amicizie che hanno resistito nel corso degli anni, nonostante le diverse strade intraprese da ciascuno. D’altronde è impossibile non voler bene a don Peppino, uomo e sacerdote sempre mite, pacato, riflessivo.

 

 

Nella foto a lato, in piedi da sinistra Maria Caridi (oggi consigliere comunale), don Peppino, l’ex parroco di Cinquefrondi don Antonio Ritorto (1977-1987), Raffaele Longo, Antonello Manfrida e don Pasquale Galatà cinquefrondese anche lui e attualmente parroco di Melicucco; in basso, Paolo Caridi, Angelo Mordocco e Michele Albanese

Don Peppino Tripodi celebrò la sua prima Messa nella chiesa matrice di Cinquefrondi, il giorno dopo l’ordinazione. E a concelebrare con lui ci fu un altro ex parroco, don Pietro Gallo, di Polistena.

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Da giovane prete, don Peppino si è trovato a svolgere uno degli incarichi più gravosi in diocesi a quel tempo, quello di parroco al Bosco di Rosarno, zona assai difficile per mille motivi, e che comprende anche i territori nei quali vivono e lavorano  centinaia e centinaia di giovani africani, quasi sempre sfruttati come manodopera a basso costo e privi di tutto. Don Peppino  si è sempre prodigato molto per aiutare questi giovani, fornendo loro cibo e indumenti e tutta l’assistenza che poteva con la sua piccola parrocchia. E alcuni anni fa in uno dei ricorrenti momenti di tensione e anche violenza fra questi giovani lavoratori e alcuni cittadini, il giovane prete cinquefrondese si distinse per la sua opera di pacificatore di animi; e anche per gli appelli alla responsabilità da parte di tutti, a cominciare dalle istituzioni, fino a ogni semplice cittadino di fronte a un problema come quello dell’immigrazione.

Dopo l’esperienza con gli immigrati, il giovane prete cinquefrondese ha ricoperto altri incarichi, di rilievo soprattutto quello al seminario, poi un periodo a Cinquefrondi, adesso una nuova esperienza nella vicina Polistena.

 Nella foto da sinistra don Peppino, don Antonio Ritorto, il vescovo mons. Domenico Crusco e don Serafino Avenoso

 

 

don Peppino Tripodi, al centro nella foto, durante la processione dei Misteri a Cinquefrondi

 

Foto Archivio Gerace

 

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