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C’era una volta a Cinquefrondi un giovane brillante ed estroverso come pochi, ma da oggi non c’è più. Si chiamava Domenico Tropeano, ma per tutti era Mimmo, ben presto divenne ‘Mimmu u strambu’.
Era un bellissimo giovane, con un fisico statuario, era intelligentissimo e brillante, divertente, le ragazze del paese lo adoravano, gli amici pendevano dalle sue labbra. Era un ragazzo generoso, abitava con la famiglia nel viale Rimembranze, il papà gestiva un distributore di benzina.
Mimmo giocava al pallone, studiava, suonava nel complessino ‘I falchi’ con Ciccio Mordocco e altri, correva dietro alle ragazze e soprattutto ne combinava di cotte e di crude, amava il rischio e l’imprevedibile, non aveva paura di niente, riusciva ad essere dissacrante e amava divertirsi e fare cose spesso bizzarre.
Come tanti giovani paesani anche lui giocava nella Cinquefrondese, della quale fu bomber apprezzato. Amava anche le moto, e quella fu la sua dannazione, perchè un bruttissimo giorno proprio un incidente con la moto gli tolse per sempre l’uso delle gambe.
Mimmo, il cavallo pazzo della Cinquefrondese, il nuotatore e sportivo che tutti conoscevano, il giovane dal fisico prestante, l’amico col sorriso sempre sulle labbra e pronto a inscenare qualunque scherzo, fu improvvisamente messo al tappeto e costretto per sempre su una sedia a rotelle.
Fu dramma enorme per lui e per chi gli voleva bene, ma il ragazzo era brillante per davvero, quello schianto del destino lo abbattè certo ma non lo annientò del tutto, non gli tolse la voglia di vivere.
Lui risalì la china, lentamente si riprese la sua vita, il suo sorriso, finì gli studi, diventò medico, si dedicò alla professione e alla famiglia, continuò a coltivare le amicizie di sempre. Naturalmente dovette porre fine alle sue peripezie fisiche, alle sue corse in mezzo al campo di gioco con la maglia del sua adorata Cinquefrondese. Ma la voglia di compiere imprese pazze gli restò attaccata addosso, come ricorda l’avv. Francesco Papasidero, suo vecchio amico: “fu un uomo tanto combattivo, nonstante la disabilità ha compiuto imprese spettacolari come volare su un deltaplano lanciandosi da Monteporo e salutare noi bagnanti sulla spiaggia di Nicotera”.
La seconda vita di Mimmo trascorse a Nicotera, in una casa sul lungomare che è stata meta di moltissimi paesani e amici di altri tempi che mai lo hanno dimenticato.
I più giovani non possono conoscere Mimmo se non di fama, la sua presenza a Cinquefrondi risale più o meno fino alle metà degli anni Settanta, e dopo il trasferimento a Nicotera non lo si è visto spesso in paese. Ma vi assicuro, cari lettori, che era una gran persona, un capolavoro di simpatia e allegria, un trascinatore assoluto, una di quelle persone che tutti vorrebbero avere come amico e con il quale non ti annoieresti mai.
Per ricordare Mimmo mi permetto di prendere a prestito il ricordo di alcuni suoi amici che ho incrociato oggi sui social, e alcune foto dell’Archivio Storico Tropeano:
Aldo Bonini, amico fraterno di Mimmo Tropeano: adesso potrai volare anche senza motore.
Giuseppe Bellocco, avvocato e ormai ex presidente della fu Cinquefrondese calcio:
Malgrado le difficoltà, che la vita ti ha riservato, non ti sei mai arreso, le hai sempre superate, grazie al tuo ineguagliabile spirito combattivo. Oggi, purtroppo, non è stato così! Voglio ricordarti con questo tuo immancabile sorriso, che, solo poco tempo fa, mi hai voluto regalare dopo aver accettato, con grande entusiasmo, l’invito all’evento per ricordare le tue formidabili doti calcistiche di bomber della Cinquefrondese. Non sarà facile dimenticare le meravigliose estati trascorse a Nicotera insieme a te, come non sarà facile pensare che, percorrendo il lungomare, non mi fermerò più davanti casa tua per salutarti e scambiare due chiacchiere insieme…
Aldo Polisena, ex sindacalista della Cgil:
A molti della mia eta’ (anni ’50) il nome Dott.Domenico Tropeano dice poco perche’ lo conoscevamo come MIMMU U STRAMBU ,era originario di Roma,e viveva a Cinquefrondi.Mimmo aveva qualche anno piu’ noi e che segnava la differenza tra due nenerazioni(i nati negli anni’40 e quelli degli anni ’50). MIMMO era un bel ragazzo ,fisico possente,sorriso ammaliante,piaceva alle ragazze, ed era l’idolo degli sportivi di Cinquefrondi perché era il capocannoniere della squadra di calcio ed un bomber in area (alla Chinaglia).
A Mimmo non lo fermava nessuno, ma lo ha fermato la sua passione per la moto.Un brutto incidente nei pressi di Firenze lo condanno’ alla sedia a rotelle. Si trasferi’ a NICOTERA marina e lavoro’ come medico in quella realta’ .Quando scendevo a Nicotera lo andavo a trovare nella sua casa sul lungomare.Spesso era lì a giocare a carte con gli amici e quando mi vedeva mi salutava con il suo magnifico sorriso.Mimmo e’ scomparso ieri e domani,lunedì 20 Novembre, andro’ a Nicotera marina per salutarlo per l’ultima volta.
…quando io e angiauluzzo morena operatore del cinema di Cinquefrondi andavamo al mare mimmo ci metteva nella vespa la benzina a cridenza….
Cari compaesani, al “barrio de Buenos Aires”, dove Mimmo ha vissuto infanzia e adolescenza e iniziato a tirare calci a un pallone, si era contagiato di una meravigliosa malattia, che solo il “latino America” incarna, e rimane nel sangue e nel cuore: l’allegria, la “voluntand de vivir”. E questa volontà, questa forza, senza perdere l’allegria il miracolo che Mimmo ha fatto dopo il drammatico destino che cinquant’anni addietro gli paralizzò le gambe, ma non il cervello ed il cuore. Quanto Mimmo ha vissuto, detto e realizzato dopo quel drammatico giorno resta un esempio di sfida e di irrisione a ogni destino avverso.
A Dio Mimmo “el cabezon”, amico di tutti. Ieri gli abbiamo reso omaggio nella sua amata Nicotera, di dove era originaria mamma Melina. La loro casa a “Cincrundi” era un porto di mare, dove regnava l’allegria.
Mimmo non c’è più ma, anche ora, gli resta la dote unica dell’unanimita della stima da parte di tutti coloro che l’hanno conosciuto. Non c’è stato nessun aspetto del suo carattere che si prestasse a critiche perché, oltre alle sue innumerevoli doti non comuni, è stato sempre coerente, leale, disponibile e generoso con tutti.
Fra le sue doti voglio ricordare la sua capacità di riuscire a fare tutto ciò che lo appassionava. Negli anni 60 abbiamo formato il complessino “i falchi”, lui ha suonato la batteria dopo averla imparata in un tempo stupefacentemente breve. Aveva anche una bella voce, la sua canzone più riuscita era “ragazzo di strada” dei Corvi.
Io sono lontano e non ho potuto essere presente ai suoi funerali ma ero, e resto, assieme a lui col cuore.
Mimmo è stato un esempio di grande forza,la sua disabilità non ha bloccato la sua voglia di vivere.non lo si potrà dimenticare.io continuerò,ogni estate che andrò a Nicotera a cercarlo nella sua casa e con il suo mare