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Addio a Ntoni Franco, detto Laganà. Un omone con un cuore grande così. Un cinquefrondese autentico, gagliardo, generoso e irruento, dal carattere focoso e grandissimo lavoratore. Ha tirato su una famiglia splendida, facendo un lavoro faticoso e spesso ingrato, quello del camionista. Un lavoro che non arricchisce, ma la sua ricchezza è stata proprio la famiglia, bella, numerosa, affiatata e affettuosa.

Laganà è stato un grande personaggio per il paese, eppure non ha fatto niente di ‘speciale’, non è stato in politica, non ha costruito cattedrali, non ha scritto libri favolosi, non ha vinto premi sportivi, non ha inciso dischi memorabili. Ma ha lasciato un segno importante e riconoscibile di umanità e umiltà. Non ha fatto grandi studi scolastici, perchè fin da ragazzino ha dovuto lavorare, ma non si è mai tirato indietro e soprattutto non si è mai fermato un giorno; al lavoro ha dedicato tutta la vita con impegno e accanimento, e si è fatto da solo in un mestiere difficile. Vi pare poco ?

Ntoni è stato anche un personaggio allegro e caciarone, uomo di grande compagnia, ha bevuto tantissima birra e si è fatto tantissime risate di cuore con gli amici, con quell’allegria libera e spensierata che lo rendeva davvero unico. Ma soprattutto Laganà è stato un uomo serio, si è dedicato ai figli anima e cuore, ha coltivato con forza l’amicizia e ha dato valore profondo ai legami personali e di solidarietà. Ed ha insegnato l’arte dell’ospitalità e dell’accoglienza, della mano tesa e della simpatia.

Ntoni Franco ha anche accompagnato per anni e anni la carovana dei pellegrini di Cinquefrondi alla Madonna di Polsi, di cui era un grandissimo devoto, ma lo era senza troppi clamori, in modo discreto e quasi silenzioso; ancora negli ultimi tempi, nonostante l’età ormai avanti e gli acciacchi di salute, non aveva voluto mai mancare all’appuntamento del pellegrinaggio al santuario dell’Aspromonte, anzi pur nella debolezza del fisico ha voluto sempre ribadire la sua fedeltà a quell’impegno di fede, partecipando in automobile al viaggio della carovana, generoso e appassionato come sempre.

Sarà difficile per i cinquefrondesi dimenticare quel gigante con i baffoni, che con il suo camion ha attraversato migliaia di volte le vie del paese, e come scordare quel suo vocione che quasi faceva paura ? e la sua risata fragorosa ? ma sarà ricordato soprattutto come una persona buona e umile, orgogliosa di sè e della sua famiglia, capace di commuoversi davanti alla figura della Madonna, e con un cuore grande così. Ringrazio il sito La Bella Cinquefrondi da cui ho preso in prestito la foto a corredo di questo articolo.

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