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Andrea Proto
All’inizio del rione Burgu c’era il negozio di alimentari di Andrea Proto, il commerciate di origini amalfitane che per primo fece conoscere ai cinquefrondesi la mortadella, prodotto che all’epoca non era ancora commercializzato da queste parti.
Originario di Minori, piccolo paese costiero della Campania, Proto era arrivato a Cinquefrondi proveniente da Gioia Tauro dove, insieme con altri delle sue parti, si trovava per lavoro presso i magazzini Aloia.
Nell’immediato dopoguerra molti commercianti della costiera amalfitana vennero al sud in cerca di fortuna e gran parte di loro vi restò per sempre. Proto era uno di questi. Sulle prime gestì un negozio di alimentari insieme con Michele Zerbonia, in un locale di fronte alla chiesa del Rosario. Poi, lasciato il socio, si mise per conto proprio e aprì un locale tutto suo, insieme con la giovane moglie Angela Macrì, in via Cavour n. 13, appunto all’inizio del Burgo.
Andrea Proto per la giovialità del carattere e per la sua innata carica di simpatia entrò presto in sintonia con la popolazione locale e divenne in tutto e per tutto un cinquefrondese, salvo che nella parlata, che ha sempre risentito del suo forte accento campano.
Come era stato per mia nonna materna, Maria De Rogati, che dopo oltre 50 anni vissuti in Calabria parlava ancora con un timbro napoletano, e veniva chiamata appunto la signora napoletana, anche Andrea Proto in ragione della sua parlata era amichevolmente conosciuto come Andrea l’amalfitano.
Il negozio di Proto era in un piccolo locale, che passava quasi inosservato. Lui lo riempì fino all’inverosimile di prodotti, così che ogni cliente potesse farsi un’idea della merce disponibile. Senza volerlo aveva anticipato la fornitura che poi sarebbe stata quella dei supermercati, nel senso che in quei pochi metri quadrati riusciva a offrire ogni genere di prodotti, da quelli strettamente alimentari a quelli per la pulizia della cucina e della casa.
Andrea trascorse dietro quel bancone tutta la sua vita, talvolta aiutato dalla moglie Angela che aveva in carico anche la gestione di tutte le altre incombenze familiari. Andrea lavorava velocemente e parlava altrettanto velocemente, sapeva che il tempo è denaro. Con i clienti si attardava quando non c’era fila, sennò il suo servizio era rapido ed apprezzato. L sera restava nel negozio fino a tardi, per aspettare gli ultimi clienti della giornata, per rimettere ordine e fare pulizia, e anche per verificare le esigenze di magazzino. A quel tempo non c’erano i computer e la contabilità dei prodotti venduti o disponibili andava fatto a mano, un lavoro che rubava ore e che era necessario, per poter sapere cosa dire ai rappresentanti di commercio che ogni giorno passavano da lui a offrire i loro prodotti. Andrea era un altro di quei lavoratori talmente presi dal loro impegno e così appassionati, da non avere tempo per una passeggiata o per una partita carte con gli amici.
Il suo vero e probabilmente unico svago era il calcio. Proto era infatti tifosissimo, e fu un accanito sostenitore della Cinquefrondese, per molti anni diede un significativo contributo economico alla squadra, acquistando anche l’abbonamento annuo per sé e per i suoi figli, allora bambinetti, per tutte le partite casalinghe.
La sua scelta giovanile di esplorare la Calabria come terra di ‘conquista’ per le sue velleità lavorative, non l’aveva mai rimpianta. Agli amici confidava di essere stato felice a Cinquefrondi, un paese molto diverso dal suo e dove aveva pure lasciato il resto dei familiari e gli amici di sempre, ma nel nostro paese aveva trovato l’amore della moglie, si era fatto una bella famiglia. Ed era stato molto gratificato dal grande affetto e rispetto riscontrato nei clienti, che hanno frequentato numerosi il suo negozio.
(testo tratto da ‘Lessico dell’anima’ di Francesco Gerace, 2020; foto dell’Archivio Storico Tropeano)