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                                                             Cettina Ieranò

 

Così è andata che ho scoperto, o meglio riscoperto, Cettina Ieranò, una giovane cinquefrondese che tratta l’oro e i metalli preziosi con la stessa disinvoltura con cui un fornaio tratta la farina.

La conobbi moltissimi anni fa, lei era una ragazzina, premiata dal sindaco del tempo, il dott. Alfredo Roselli, perché aveva vinto delle gare sportive, onorando così la nostra cittadina. L’ho ritrovata compagna di un pellegrinaggio alla Madonna di Polsi, dopo circa 25 anni, e quasi non la riconoscevo. 

 

Grande è stata la sorpresa nell’apprendere dei sacrifici e delle baruffe fatte amorevolmente subire alla sua famiglia per poter inseguire il sogno della vita, cioè fare l’orafa e la designer di metalli, ori e altri preziosi. Un mestiere che già è abbastanza difficile di suo, ma diventa difficilissimo se si sceglie di farlo in un piccolo paese come Cinquefrondi, dove forse abbondano quanti apprezzano i preziosi, ma abbondano di meno i denari per acquistarli. 

 

 

 

1991, il sindaco Alfrdo Roselli premia Cettina Ieranò e altri ragazzi di Cinquefrondi dopo una vittoria alle gare sportive promosse dalle scuole della provincia

 

 

“Lo sapevo che c‘era un prezzo da pagare” dice Cettina entusiasta, “ma io non volevo andare via da qui. Se tutti se ne vanno lontano, sempre, qui il paese muore. Lo so che se vado a Parigi o in una grande città posso fare molti affari e vendere bene i miei prodotti e le mie idee sui preziosi, ma io preferisco respirare l’aria del mio paese, condurre una vita più serena vicino alle persone che amo e nella mia terra”. Parole che colpiscono. 

 

 

a lato, Cettina Ieranò all’opera nel suo laboratorio

 

 

Cinquefrondi continua a subire un’emorragia di cervelli e energie, molti vanno a studiare fuori, acquisiscono elevate professionalità e poi non tornano più, se non in vacanza. Cettina Ieranò invece ha fatto il percorso inverso ed è stata coraggiosa a investire su di sé e sul proprio mondo, e fa tanto piacere ascoltare storie come la sua che danno speranza al futuro del paese.

Questa giovane donna ha fatto il diavolo a quattro per andare a studiare a Valenza Po, un paesone di 20mila abitanti in provincia di Alessandria, che ha una fama a livello mondiale, perché è la capitale internazionale della gioielleria e ospita l’università della lavorazione dell’oro e dei gioielli; ha superato una selezione durissima per entrare, ogni anno infatti viene ammesso al corso di formazione un gruppo ristretto di ‘studenti’ destinati a diventare creatori di preziosi e a maneggiare l’oro e altri metalli pregiati per trasformarli in cose belle; dopodichè si è fatta un bel corso di specializzazione, costato tanta fatica e sudore, superando tutti gli esami. Così finalmente il sogno si è concretizzato, e  ormai da qualche anno l’orafa cinquefrondese ha messo su un laboratorio nel quale lavora e vende le sue creazioni, e fornisce idee e prodotti anche ad altre aziende. Un vero orgoglio cittadino. 

 

 
a lato, Cettina Ieranò all’opera nel suo laboratorio

 

Il laboratorio di Cettina si trova in via Roma. Una stanza dove incontra i cilienti e poi il retro dove lavora e crea le sue meraviglie. Ha voluto un arredamento minimalista, tutto bianco senza fronzoli, per questo luogo che è qualcosa di più di un posto di lavoro. Chi viene qui a chiedere un consiglio o a acquistare un gioiello, ha infatti bisogno di parlare, di confidarsi con la padrona di casa, per capire cosa è meglio e preferibile acquistare, e cosa no. Lei ascolta, spiega, consiglia, alla fine il cliente ovviamente decide. Ma non è il solito commercio di qualunque negozio. 

Questa non è una gioielleria, ma un laboratorio dove si confeziona e si vende amore e affetto in forma di monili e pietre di valore;  la scelta di un prezioso è sempre legata non solo al portafogli, ma anche ai gusti e a quelle minuzie che solo chi ama conosce della persona oggetto del proprio amore. I clienti di Cettina sono privati ma anche aziende e gioiellerie che le chiedono prodotti specifici o che acquistano le sue creazioni per rivenderle.  La professionista cinquefrondese inoltre cura il restauro di monili e altri oggetti preziosi, l’ultimo di cui si è occupata le è stato commissionato dalla Confraternita del Carmine: le estremità della croce nel simbolo di questa antica associazione ecclesiale erano infatti danneggiate e Cettina ha provveduto a risistemarle.

 

a lato, Cettina mostra una sua bellissima creazione in oro e argento
 

 

E’ stata coraggiosa questa donna a credere nella sua strada e a percorrerla, pagando certo un prezzo in termini di crescita economica, ma vivendo felice proprio laddove avrebbe sempre voluto vivere. Il suo può essere un esempio, ma quanto è difficile ! Il nostro paese non  offre molte prospettive economiche, c’è sempre il rischio di un flop e di buttare via energie, soldi, emozioni e soprattutto tempo, chè quello non torna mai. 

Cettina, quale molla ti ha spinto a scegliere questa professione abbastanza insolita per una donna dalle nostre parti ?

In realtà non l’ho scelta io, è stata lei a scegliermi! A scuola, al corso di grafica pubblicitaria eravamo in sovrannumero ed il prof ci ha fatto conoscere un altro indirizzo artistico: l’arte dei metalli e dell’oreficeria. Avevamo una settimana di tempo per praticarla e eventualmente, se non ci fosse paiciuta, per cambiare ancora sezione, ma io scoprii che, senza saperlo, le mie idee erano ben chiare fin da subito!!! Non conoscevo prima di allora l’arte orafa, ma sentivo che era quello che volevo fare in futuro, anche se la spensieratezza dei miei 14 anni non mi faceva pensare affatto che era un mestiere insolito, specialmente per una donna, infatti ad oggi sono per la stragrande maggioranza uomini a fare questo mestiere. 

 

 
a lato, Cettina Ieranò mentre crea un gioiello
 

 

E’ più difficile decidere di fare l’orafa o fare il corso per diventarlo ?  Beh sicuramente il corso di formazione per diventarlo è stata la fase più dura. Lasciare la Calabria per la prima volta, per trasferirmi in Piemonte, è stata una scelta un pò fuori dagli schemi… una ragazzina a 18 anni sola, contro forse la volontà di un papà troppo protettivo.. solo una forte determinazione mi ha fatto arrivare fino alla fine! Penso che quella sia stata l’esperienza che ha caratterizzato la donna che sono oggi. 

 

In che modo hai convinto la tua famiglia che ne valeva la pena ?   Non c’è stato bisogno di convincere nessuno, l’ impegno e la determinazione sono stati due tasselli importanti nel percorso di formazione e bastava solo questo alla mia famiglia per credere in me. 

 

 

a lato una delle creazioni di Cettina Ieranò

 

In tempi di crisi economica (ma quando mai non sono tempi di crisi…) il gioiello va ancora di moda ?  Certo che in tempi di crisi, questo è uno tra quei settori che ne risente più. Ma per fortuna ci sono sempre gli appassionati del gioiello che riescono a dare la spinta di ripresa anche nei periodi più inimmaginabili. Paradossalmente nel periodo di pandemia ho avuto molte più richieste, che in periodi di  vita, diciamo così,  normale. È forse IL GIOIELLO che pensato come una coccola personale, ha distratto la mente carica di preoccupazioni di molte persone, a causa della pandemia.

Qual è il tuo gioiello preferito ?  Il gioiello che oggi preferisco è quello che da bambina detestavo, …. intendo dire il gioiello che adorna l’orecchio, perchè mi faceva sentire in imbarazzo. Oggi paradossalmente lo ritengo il più sensuale per una donna. 

Preferisci lavorare l’oro o l’argento ? L’oro senza ombra di dubbio, non perché è il più nobile tra i due, ma solo perché alla lavorazione è molto più duttile e malleabile oltre che affascinante per la sua lucentezza, mentre l’argento è molto pastoso ed è molto più lungo il processo di lavorazione, ha un odore non del tutto piacevole specialmente durante la fusione ed  è un metallo che si opacizza con molta facilità

Alcune creazioni di Cettina Ieranò in vetrina

 

 

Come si disegna un gioiello ?  Sono state pochissime le volte che ho disegnato su carta un gioiello, solo su richiesta! Tutte le mie creazioni non hanno mai avuto uno schizzo cartaceo, è mentre creo che realizzo il miglior progetto.

Sei contenta della scelta che hai fatto ? ti appaga ?  Rifarei la stessa scelta ancora oggi.. mi appaga completamente e credo profondamente di essere fatta per quello che faccio.

Qual è la creazione più bella che hai fatto o alla quale sei più affezionata ?  Creare un gioiello di sicuro richiede molta cura, molta dedizione e soprattutto molto tempo, quindi ad ogni gioiello ci si affeziona! ogni singolo gioiello racconta una storia ed è proprio questo motivo che ad ogni  creazione è un emozione nuova. 

Chi sono principalmente i tuoi clienti ?  per la maggior parte sono donne, poi  fidanzati, infine mariti. 

Il nostro paese è maturo per avere un’orafa tra le sue mura ?  la tua professione è compresa e valorizzata?   Avrei potuto decidere di rimanere al nord Italia e sicuramente avrei fatto meno fatica ad intraprendere questa carriera lavorativa, ma io il mio paese l’ho scelto. Questo è un mestiere che di solito si tramanda di generazione in generazione….ed essere la figlia o la nipote di un gioielliere di fama aiuta tantissimo, io sono partita da zero e nessuno conosceva quello che facevo ma con il passare degli anni ho cercato di crearmi anche io uno spazio, oggi apprezzato e valorizzato soprattutto dai miei compaesani.

 

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