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Oggi festa della mamma e festa di san Michele. 

Qui di seguito una poesia che la professoressa, poetessa e scrittrice cinquefrondese Violetta Mammola dedicò a sua madre proprio in occasione della festa della mamma nel 1998. Mamma e figlia sono state insegnanti molto note e apprezzate nel nostro paese. In questi versi riecheggiano gli umori e le sensazioni del mondo della scuola e il rapporto amorevole con i bambini, a entrambe assai familiari. 

 

 

 

 

 

 

 

Alla mia mamma 

                                                                         (festa della mamma 1998)

In un angolino

della bianca cucina

ogni giorno

tu mi aspettavi.

Capelli bianchi

di seta sottile,

scarne le mani,

vestito turchino

con fiorellini

per ravvivare

la magra persona.

Occhi vivaci

nel viso radioso,

tu m’accoglievi

per ritornare con mie parole

in mezzo ai banchi

c’avevi lasciato

e lì il tuo cuore.

I miti greci

tu raccontavi:

Aracne chiusa

nella sua tela.

Tereo e prone

e l’usignolo,

l’amore eterno

d’Orfeo e Euridice

Minerva nata.

Dalla testa di Giove;

rapita Persefone

Demetra errante,

la sua ricerca

nei campi siculi,

le spighe d’oro

donate in cambio

di gentilezza e cortesia.

A bocca aperta

i tre bambini

che tu guardavi

con tanto amore

da me nati,

volevano sempre

sapere, indagare

l’antiche cose

da te raccontate.

Abituata

ad una schiera

di tanti bambini

nell’aula tua,

sapevi bene

come allettarli,

come educarli alla bontà.

Il tempo lontano

tornato al ricordo

riporta lacrime

e il cuore gonfio

di tante cose

che vorrei dirti,

se fossi qua.

Tu sei lontana,

andata tu sei,

l’Angelo buono

ti fa compagnia,

e nel sentiero luminoso

che tu percorri

tanti bambini sono con te

ai quali parli,

ai quali racconti

leggende e mitistorie e problemi

per educare

come sempre facevi

alla dolcezza e alla bontà. 

 

 

 

 

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