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Il Municipio nuovo
Una domenica del 1916 i cittadini di Cinquefrondi parteciparono a una festa per l’inaugurazione del Municipio. Un edificio nuovo di zecca che per la prima volta dava dignità formale all’istituzione comunale, fino a quel momento confinata in un fabbricato diciamo così di tipo civile.
Quel giorno vennero a Cinquefrondi tante autorità della Provincia e della zona, ma soprattutto fece festa il paese, per un’opera pubblica di primaria importanza che ha svolto il suo compito egregiamente fino al 2012, anno nel quale gli uffici del Comune sono stati trasferiti nel nuovo Palazzo Municipale, molto più grande e moderno, sito a cento metri di distanza dal vecchio, sempre sul Corso Garibaldi. Il vecchio fabbricato dal 2018 , su iniziativa dell’amministrazione comunale del sindaco Michele Conia, è diventato sede della casa della cultura che ospita, fra l’altro, anche l’Archivio Storico Fotografico della famiglia Tropeano.
Il progetto del Municipio di Cinquefrondi fu realizzato dall’ing. Pietro De Nava di Reggio Calabria, uno dei big in quell’epoca. Si pensi che fu proprio lui a disegnare il piano di ricostruzione di Reggio Calabria, dopo il terremoto del 1908 che l’aveva completamente distrutta.
Il Municipio cinquefrondese fu inaugurato ufficialmente domenica 15 ottobre del 1916. Su quel lontano evento non esistono, o comunque non sono state ritrovate finora fotografie, ma siamo lo stesso riusciti a ricostruirne la cronaca grazie ad un articolo di giornale, pubblicato sul Corriere della Calabria il 21 ottobre di quello stesso anno.
Il merito del ritrovamento di quell’importante ritaglio è di Giovanni Quaranta, uno studioso di Anoia, esperto di ricerche negli archivi storici, nonchè buon amico del nostro paese. Quaranta, insieme con Giovanni Mobilia, è peraltro anche l’animatore de ‘L’Alba della Piana’ un’Associazione culturale di Maropati che gestisce una fornita Biblioteca aperta a tutti, e pubblica un giornale online dedicato alla storia passata della nostra terra. E proprio su quel giornale nel 2016 Quaranta riferì di quell’evento.
Torniamo all’inaugurazione del Municipio di Cnquefrondi: l’articolo con la cronaca di quella memorabile giornata uscì sul Corriere della Calabria dieci giorni dopo la manifestazione, cioè il 26 ottobre, e apparve senza firma, ma risulta spedito al giornale il 21 ottobre.
Nel testo, che più avanti pubblichiamo per intero, ci sono alcune cose che vanno segnalate: la prima, in mezzo a tante personalità, non viene mai nemmeno citato il nome del sindaco del tempo (ndr, molto probabilmente Francesco Guerrisi); la ribalta e gli onori sono tutti per Francesco Della Scala definito ‘figura di impareggiabile amministratore’, che a quell’epoca oltre a essere il leader politico assoluto del paese era anche assessore delegato, insomma un sindaco facente funzione, seppur senza titolarità formale (la carica di sindaco era incompatibile con il ruolo di Deputato Provinciale che Della Scala ricopriva contemporaneamente).
In quell’articolo inoltre il nome di Della Scala viene storpiato in Delle Scale, errore che torna spesso nei documenti pubblici, soprattutto quelli relativi all’Amministrazione Provinciale. Ciò fa pensare che a redigerne il testo sia stato un giornalista proveniente da Reggio Calabria o comunque qualcuno che avesse a che fare con la Provincia. Tuttavia suona strano il fatto che l’articolista cominci il pezzo scrivendo “…la nostra ridente cittadina”, cosa che fa pensare che l’autore fosse invece di Cinquefrondi. Mistero.
L’inaugurazione del Municipio coincise con una festa degli studenti, e quel giorno fece la sua prima apparizione pubblica nelle vesti di portavoce dei giovani un certo Michele Galluzzo, destinato a diventare un personaggio di spicco nella Piana e un grande e apprezzato medico condotto nella Cinquefrondi di quegli anni e nei decenni successivi. Lo stesso Galluzzo nel 1934 fu una delle personalità che commemorarono pubblicamente la figura del Podestà Della Scala, a un anno dalla sua prematura scomparsa.
Caso eccezionale, quel giorno si fece una lotteria con premi, di cui però il giornale non fornisce il dettaglio, limitandosi a sottolineare che alcuni di essi furono messi a disposizione nientemeno che dalla Regina Elena, dai ministri dell’interno e dell’istruzione, dal prefetto di Reggio Calabria e dai due deputati Alessio e Arcà, rispettivamente di Molochio e Anoia (si sono succeduti come deputati per il collegio di Cittanova), il primo dei quali alleato politico e amico ma anche concorrente di Della Scala nel suo partito, mentre il secondo era un acerrimo rivale della parte avversa. Entrambi Alessio e Arcà tuttavia parteciparono alla manifestazione e vi contribuirono, e don Ciccio li ringraziò nel suo discorso, pur senza citarli per nome.
Non è invece chiaro in che modo la regina Elena venne coinvolta nella lotteria, e quali doni offrì per essa, in paese comunque le autorità ricambiarono la ‘simpatia’ verso questa donna, moglie del re Vittorio Emanuele III, intitolandole una delle principali strade di Cinquefrondi, appunto Via Regina Elena.
Nella foto la Regina Elena
Nell’articolo si fa riferimento anche al Comitato Civile, un’associazione o un ente benefico cittadino impegnato in opere di assistenza sociale, in quegli anni soprattutto a favore delle famiglie dei combattenti e delle vittime della guerra, presieduto all’epoca da Flaminio Papasidero, un altro ex sindaco di Cinquefrondi. Indirettamente si deve proprio a lui se oggi, ancora oggi, il momento culmine dell’Affruntata si svolge nel Corso proprio davanti al bar di Varamo (ex bar di Luigi Albanese). Ai piani soprastanti infatti abitava la famiglia Papasidero, notoriamente generosa con la poverissima chiesa di Cinquefrondi, e che metteva a disposizione la statua della Madonna per la processione. Così in segno di gratitudine, in occasione dell’Affruntata, cioè la festa più importante dell’anno, i cinquefrondesi omaggiavano i Papasidero fermando le statue di Gesù Risorto, Madonna e san Giovanni davanti alla sua abitazione. La tradizione è rimasta e si ripete ancora tutti gli anni.
Nel giornale reggino c’è una cosa di cui non si parla e di cui riferiamo per dovere di cronaca: secondo informazioni, tuttavia non suffragate da documenti ufficiali conosciuti, ma tramandate e apprese solo in ambito familiare dal nostro concittadino Carlo Guerrisi (suo padre Nicola è stato per molti anni Pretore a Cinquefrondi), la costruzione del Municipio sarebbe avvenuta su un terreno donato alla collettività dalla famiglia Guerrisi e in parte finanziata dalla stessa; inoltre la piazzetta davanti all’edificio comunale sarebbe stata ampliata anch’essa grazie a un terreno dei Guerrisi.
In questa sede, per ora possiamo solo aggiungere che negli anni a cavallo tra fine Ottocento e inizio del Novecento vi furono diversi Guerrisi nella carica di sindaco e che la grande famiglia dei Guerrisi era fra le più in vista del tempo quanto a possedimenti e incarichi pubblici.
I lavori del Municipio durarono due anni e furono portati a termine nel 1916. Vi fu impegnata in essi anche la ditta edile del mastro cinquefrondese Pietro Giordano, detto Mastru Petru; con lui in tempi successivi lavorarono nella ditta anche i figli Pietro (portava lo stesso nome del padre) Vincenzo e Luigi. Il figlio di quest’ultimo, Mimì (è stato anche consigliere comunale per il Msi, nel 1986) racconta dell’orgoglio di famiglia per questa costruzione fatta a suo tempo con cura meticolosa, “il pavimento della sala del Consiglio del vecchio Comune, era uno spettacolo; la prima mattonella saltò dopo quasi 80 anni, nel 1990″.
Nella foto, da sinistra, il primo, il terzo e il quarto sono rispettivamente i fratelli Pietro, Luigi e Vincenzo Giordano
Ma torniamo alla domenica 15 ottobre. Ecco che cosa scrisse l’anonimo cronista del Corriere della Calabria nella sua corrispondenza da Cinquefrondi: «Domenica scorsa, la ridente nostra cittadina fu teatro di due simpatiche feste: l’inaugurazione del nuovo palazzo Municipale e l’estrazione dei numeri dell’imponente lotteria, promossa, con giovanile entusiasmo dai nostri bravi studenti. L’una e l’altra ebbero il successo che meritavano: pieno, largo, addirittura entusiastico.
Per l’inaugurazione del Palazzo Municipale si diedero qui convegno le più spiccate personalità della provincia tra cui ci fu dato notare l’illustre Sottoprefetto del Circondario Cav. De Biase, il Comm. Giuseppe Landi, Vice-Presidente della Deputazione Provinciale, il Cav. Lupoi, Deputato Provinciale, il Cav. Alicata, ingegnere capo della Provincia, l’Ing. De Iulò, l’Ing. Pietro De Nava festeggiato autore dell’elegantissimo edifizio, i consiglieri provinciali Avv. Mazzano e Cav. Michelangelo Grio, l’Agente Lamasa ed il Ricevitore del Registro Franco; il Cav. Alvaro, Sindaco di Giffone, il Cav. avv. Buda, i Sigg. Vincenzo e Giuseppe Grio, l’assessore Cordiano in rappresentanza del Comune di Galatro e moltissime altre persone, di cui ci sfugge il nome.
Una nota gaia e simpatica era poi costituita da non poche leggiadre e vezzose Signore e Signorine, tra cui le Grio, le Delle Scale, Lombardi, Guerrisi, Moricca e altre molte.
La cerimonia della inaugurazione ebbe luogo nella vasta ed imponente Sala del consiglio. Oratore di occasione l’Avv. Cav. Cavallari (di Maropati, ndr) il quale, lette le numerose adesioni, passò a dire, con abile ed adornata parola, dell’opera fattiva ed avveduta dell’Amministrazione cui degnamente sta a capo quella figura d’impareggiabile amministratore, che è il Cav. Francesco Delle Scale; chiuse con un alato inno ai nostri valorosi soldati ed al nostro Re.
Per la Deputazione Provinciale parlò il Comm. Landi, venuto a felicitare l’amico Delle Scale per i progressi fatti in sì poco tempo, da questa cittadina sotto l’attuale amministrazione.
Seguì il Cav. Delle Scale, che, con commosse parole, ringraziò gli oratori precedenti e gli amici ed avversari per la splendida concordia che aveva reso ancor più imponente la cerimonia.
Chiuse il cav. De Biase con un improvvisato discorso, che fu tutto un inno alla Calabria eroica, alla Calabria industre.
Finita la Cerimonia si passò nella grande sala delle Commissioni, ove furono serviti dolci e liquori con molta signorilità. Ma la festa non ebbe termine qui. Gli studenti del luogo vollero che anche la loro festa avesse una certa imponenza e quindi pensarono di farla coincidere con la solenne inaugurazione del Palazzo Municipale.
Una numerosissima folla attendeva ansiosamente l’estrazione dei numeri vincitori dei numerosi premi, fra i quali spiccavano per ricchezza ed eleganza quelli di S. M. la Regina, dei Ministri dell’interno e della pubblica istruzione, dell’on. Alessio, dell’On. Arcà, del Prefetto ecc. L’estrazione fu preceduta dall’applaudito discorso del Presidente del Comitato Civile Capitano Flaminio Papasidero.
Parlò pure a nome degli studenti lo studente in medicina Galluzzo Michele, elevando un inno al nobile e generoso eroismo di tanta gioventù, che fu prima, quando la guerra dovevasi provocare, seppe essere prima anche quando la guerra si doveva seriamente fare.
In ultimo il Cassiere del Comitato Civile Avv. Angelo Misiti, con opportune parole, fece la relazione di tutta l’opera espletata dal Comitato stesso nel non breve periodo di tempo, delineando rapidamente quale dovrebbe essere, a suo vedere, l’opera della benemerita istituzione nel prossimo avvenire.
Finiti i discorsi, si procedette alla estrazione dei numeri vincenti. Fece ottima impressione nel pubblico l’atto munifico del comm. Landi, il quale, ricevendosi un piccolo dono, toccatogli in sorte, volle erogare a favore di questo comitato la cospicua somma di lire cento. Noi ci compiacciamo vivamente sia col cav. Delle Scale per i tanti abbellimenti da lui apportati al paese e per la attività davvero invidiabile della sua amministrazione, come pure vivamente ci compiacciamo cogli organizzatori della riuscitissima festa di beneficenza a favore del Comitato civile, festa che ha dato un ricavo di circa lire duemila.»
Foto Archivio Storico Tropeano, Giovanni Quaranta, Archivio Gerace e altri non identificati