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Nacque a Buenos Aires ma era figlio di un cinquefrondese del quartiere di Santa Maria. Fu per un anno alla Juventus, ma le cose migliori le fece nel Cagliari di Gigi Riva, finì la carriera nell’Atalanta. Una volta smesso con il calcio rimase a vivere in Italia con la sua famiglia. Si chiamava Miguel Angel Longo e ufficialmente per le statistiche del calcio italiano è uno dei tanti giocatori provenienti dall’Argentina, invece il suo sangue era italianissimo, anzi di Cinquefrondi da dove il papà Michele era emigrato tantissimi anni fa in cerca di fortuna. Ecco la sua storia
di Mimì Giordano
Emozione e soddisfazione ho provato un mese addietro quando, finalmente, sono riuscito a rintracciare telefonicamente Massimo e Micaela Longo, i figli di Miguel Àngel Longo, nato il 25 marzo del 1939 a Buenos Aires, calciatore degli anni ’60. Ci pensavo da anni a saperne di più sulle origini della sua famiglia, di lui conservavo la figurina dell’album Panini di quei tempi.
Quelli più grandi di noi, al Bar dello sport di Agostino Pronestì ci dicevano delle origini cinquefrondesi di Longo, ma non sapevano raccontarci di più. Noi ragazzi ci sentivamo orgogliosi di aver un legame con un calciatore che giocava con Mattrel, Cera, Nenè e soprattutto con il grande Gigi Riva. Quella squadra 3 anni dopo, con in porta Albertosi, sarebbe diventata Campione d’Italia, ma in quell’anno Longo non giocava più a Cagliari, era andato a finire all’Atalanta, dove dopo qualche anno concluse definitivamente la sua carriera di calciatore.
Miguel era nato a Buenos Aires, dove suo padre Michele, che era nato a Cinquefrondi il 2 maggio del 1903 nel rione Santa Maria, era emigrato da giovane e lavorava come calzolaio a LLAvallol, un Comune a sud della capitale. Lì aveva sposato una donna originaria della regione basca della Spagna. Ebbero due figli: Miguel Angel (il calciatore) e Maria Eugenia.
Michele Longo visse sempre a LLavalon, dove si spese improvvisamente, a causa di un infarto, nel 1973. Il figlio Miguel Àngel cominciò subito a dare calci al pallone nel “barrio” della sua cittadina e giovanissimo fu chiamato in Italia a giocare nella Juventus, dove esordì in prima squadra a vent’anni, per poi passare al Cagliari, dove dalla serie C arrivò nella massima serie. A Torino aveva conosciuto Anna, che abitava in un paesino della provincia, in Val di Lanzo e che sarebbe diventata sua moglie. Lei era così attaccata al suo Piemonte che, incinta di Massimo, nel 1966 volle partorire a Torino e non a Cagliari; e così fece anche con la figlia Micaela.
Longo concluse troppo presto la sua carriera, a 32 anni. Negli anni successivi si spostò con tutta la famiglia ad Orbassano (TO) dove si dedicò sportivamente alle escursioni in montagna e dove lottò per diversi anni contro un tumore alla gola; si spense nel 2001.
I suoi figli Massimo e Micaela, l’uno innovativo imprenditore del settore agricolo, l’altra dirigente di una compagnia del settore creditizio-finanziario, già solo con la voce e con le parole ispirano empatia e attaccamento alle origini; mi auguro di conoscerli presto personalmente. Ho saputo che in un giorno d’estate di una decina di anni addietro, Micaela e il marito Nicola sono venuti a Cinquefrondi per conoscere, seppur velocemente, il paese e si sono recati nell’Ufficio dello stato Civile del Comune dove hanno reperito notizie sulle origini familiari e acquisito documenti e certificazioni.
Dicevo all’inizio di questo breve racconto che a luglio scorso all’emozione si è aggiunta la soddisfazione. Ebbene sì, perché per scoprire l’identità e la residenza dei figli di Miguel Àngel Longo ho dovuto profondere un bel po’ di pazienza e perseveranza, ma alla fine sono state compensate. Due altre belle emozioni: aver riconosciuto fra i testimoni di nozze di Miguel Àngel Longo, Gianfranco Leoncini, indimenticato difensore della Juve degli anni ’60 e aver rilevato il ricorrere del nome Michele nelle tre generazioni della famiglia Longo, sia in versione maschile che femminile.
Faccio promessa ai nostri compaesani: se i figli di Miguel Àngel Longo verranno a Cinquefrondi organizzeremo un incontro al Comune per farli conoscere alla comunità paesana.
Mia mamma era cugina di Miguel Angel Longo in quanto il papà e la nonna di mia mamma erano fratello e sorella… Mia mamma non lo ha mai conosciuto ma del papà ha bei ricordi di quando veniva a Cinquefrondi, si incontravano spesso e li portava a comprare il gelato, mi ha detto anche che quando hanno dato la casa popolare ai miei nonni, il padre di Miguel gli regalò lo scaldabagno. Spero ci sia l’occasione di poter incontrare i figli. Buona giornata
Bellissimo articolo Mimì! Spesso la storia è fatta di strane dinamiche e casualità che trovano un filo logico soltanto quando vengono rispolverate dai ricordi. E tu sei stato un maestro attento e meticoloso nel raccontare questa piccola storia dei due mondi. Un abbraccio a te e a tutti gli abitanti di Cinquefrondi. Spero di venire a conoscervi presto!
Caro Massimo,
per un ritardo di pubblicazione del tuo post, leggo solo adesso quanto mi avevi esternato telefonicamente e apprezzo i sentimenti e lo stile con cui tu e tua sorella Micaela avete condiviso la mia iniziativa, e ciò mi procura emozione. Si è rivelato prezioso quanto tu attribuisci ai ricordi, nel nostro caso hanno fatto avverare un sogno: il mio, di un ragazzino che ha conservato una figurina Panini di un calciatore, Miguel Angel Longo, con le stesse mie stesse radici cinquefrondesi e del quale desiderava fortemente conoscere la storia familiare. Oggi, abbondantemente ultrasessantenne, ho finalmente potuto, grazie a te e a tua sorella, raccontare brevemente quella che tu hai definito una “storia dei due mondi”. Grazie ! Aspettiamo te e Micaela a Cinquefrondi.
Molto volentieri!! Micaela Longo
Grazie Mimì per questa pagina di storia.È molto commovente ..
un abbraccio
Grazie Mimì, per l’articolo e quanti ricordi hai fatto scaturire con esso. È caratteristica degli emigrati nel sudamerica e delle loro generazioni successive, mantenere il rapporto con la terra madre. Una cosa bellissima che io ho avuto modo di constatare personalmente. Quando sono stato a Buenos Aires nel 1997 mi sembra di essere a Cinquefrondi. Gli stessi rapporti, usanze e calore .
Sono Micaela, la figlia di Longo.Vorrei ringraziare Mimì Giordano per il suo articolo, è stata una grande emozione ritrovare tanti ricordi nelle sue parole…sono felice che mio padre abbia lasciato una traccia in questo mondo Sarei sicuramente lieta di incontrarvi a Cinquefrondi appena possibile.Un saluto a tutti.Grazie
Sono Micaela la figlia di Longo volevo ringraziare Mimì Giordano per questo articolo,mi sono commossa e sono felice di ritrovare una traccia di mio padre nei vostri pensieri.Sarei molto lieta di incontrare le persone che lo ricordano.Un saluto affettuoso a tutti.
Un grazie a Michele Manferoce per il suo gradito post. Per coloro che, per motivi vari, non l’abbiano appreso, Michele venticinque anni orsono ha avuto la fortuna e l’occasione di visitare Buenos Aires, assieme al sindaco dell’epoca Raffaele Manferoce e ad altri amministratori e compaesani. Un’esperienza forte, significativa anche per il fatto che ai nostri compaesani che lì vivono portarono una statua di san Michele Arcangelo, nostro santo protettore ed organizzarono un rito religioso. Un evento unico, comunitario, identitario indimenticabile. Come Michele esattamente ricorda, i rapporti, le usanze, il calore umano dei nostri compaesani in terra d’Argentina sono quelli del nostro corredo genetico di cinquefrondesi. Micaela e Massimo, i figli di Miguel Longo, quando lo hanno saputo sono rimasti meravigliati. Da sportivi, da innamorati del calcio e dei colori della nostra squadra l’U,S. Cinquefrondese, ricordiamo che il bianco-celeste non è un colore scelto a caso: nel 1930, quando in quella squadra giocavano, giovanissimi, Tommaso Manferoce, Luigi Albanese, Ciccio Tropeano, Angelo Bellocco, Peppe Ieraci, uno dei fratelli Iudica, Luigi Giordano (mio padre), quella “muta” di magliette fu loro donata da nostri compaesani che lavoravano in Buenos Aires. Mi piace pensare che fra essi abbia potuto partecipare al gesto anche Michele Longo, il padre di Miguel, che era già in Llavallol di Buenos Aires.
mimì
Un saluto a Micaela Longo che ha voluto ringraziarmi, ma sono io che devo ringraziarla per le foto che mi ha mandato e per la condivisione delle emozioni. La aspettiamo con piacere a Cinquefrondi.
Mimì