Questa notizia è stata letta 285 volte

In questo nostro tempo dominato dal marketing, riesce sempre più difficile distinguere le cose vere e serie dalla propaganda fine a sè stessa. Prima la tv con la sua forza comunicativa e poi i social con la loro immediatezza si sono impossessati della realtà, manipolandola a loro piacimento. La politica  si serve dei media per mostrare una realtà di comodo, utile per propagandare i suoi ‘prodotti’. Un fenomeno analogo avviene in altri campi, un recente esempio  si è avuto con gli spot tv e quelli sui social in favore della Calabria. Iniziative mediatiche apparentemente di successo, gestite da personaggi molto ‘in’; ma forse soprattutto operazioni economiche e commerciali anche abbastanza  costose per la Regione, e dal dubbio o forse nullo ritorno per i calabresi.

Più che le montagne di euro investite in tv o i sorrisi in favor di social, alla Calabria per essere appetibile dai turisti e dagli stessi calabresi servono autostrade e strade percorribili, spiagge pulite, ospedali funzionanti, criminalità tenuta a bada, pulizia delle nostre città. La Calabria non è solo nduja, asinelli e sorrisi maliziosi mostrati nei documentari radical chic, e nemmeno la meravigliosa Chianalea  però quasi irrangiungibile ai comuni mortali o i bellissimi Bronzi di Riace, la cui improbabile presentazione certo non invoglia le visite nemmeno nell’anniversaro della loro scoperta.

Per favore, meno fuffa mediatica e più fatti concreti.

Oggi proponiamo una interessante, nonchè ironica e amara riflessione sul tema

di Mimì Giordano

Scrivo ispirato da quanto ha recentemente scritto nella rubrica  “Perfidie” del quotidiano web LaC, Antonella Grippo, funambolica adelantera della lingua italica e dei suoi strabilianti dribbling; fascinosa sessantenne, juventina, adottata dalla città dei Bruzi ma saprese di origine, lottatrice continua del tempo che fu. Dunque, in merito agli spot che hanno avuto le mire, prese male, di sponsorizzare il turismo in terra di ‘nduja, Antonella pensa ed io pure che il cedro di Santa Maria del Cedro (CS) e di Diamante (CS) sia per tradizione un rubacuori, avendolo dimostrato con Clementina (detta Clea) la coriglianrossanese. I loro sguardi teneri con delicati accenni erotici sono stati il motivo conduttore dello spot pro turismo regionale del 2021 di Gabriele Muccino, nel quale il bergamotto di Reggio e dintorni ha fatto solo da comparsa. Peccato, anzi peccatissimo che il costo del corto mucciniano sia costato un  “cocozzone” e settecentomila euro, una scialacquata alla “calabrisi manera” che più che di marketing, sapeva di marketting. E senza che a la  terra di ‘nduja e a gran parte delle sue coste e montagne abbia portato benefici congrui con  la “pila” sborsata. Complice però, bisogna ammetterlo, il coronavirus e tutte le pesti che si è portato dietro. Ecco, allora, che nonostante questo autogol da retrocessione in quarta serie, pensare positivo è la pista giusta da cui spiccare il volo per il decollo nelle serie maggiori. E chi è in Terra italica il pensatore positivo,- perché è vivo, perché è vivo – per eccellenza? Trattasi del magnifico Lorenzo (Cherubini), il Jova nazionale, che a causa degli scherzetti della lingua (la sua, quella anatomica) si è auto consigliato, qualche settimana addietro, nello spot lanciato sui cosiddetti canali social a parlar benone di Scilla, preferendo districare la lingua per dire agevolmente Chianalea. E il Jovanotti non poteva fare cosa più consona, più evocativa. Chianalea, si parva licet componere magnis, è uno squarcio di unicità come un angolo di Venezia. Un borgo marinaro che ti chiama, ti entra nelle vene, ti circola nel corpo, ti fa sognare, ti fa commuovere. Vorresti tornarci sempre e ogni volta che fai rientro a casa ti sembra di aver lasciato una donna che ti ama senza dirtelo. A Jovanotti nel parlarne,  gli occhi di mare che ha si sono illuminati, i miei a sentirlo si sono inumiditi. Grazie Jovanotti,  a Roccella ad agosto farai sicuramente un figurone e farai divertire la marea di gioventù che verrà a sentirti; non conosco a quanto ammonta il tuo cachet per lo spettacolo agostano, ma son certo che non sei costato alla Regione Calabria  i  tre miliardi e quattrocentomila lire della vecchia e non dimenticata lira spesi in euro per il corto di Muccino da lorsignori del marketting.

Non è possibile copiare il contenuto di questa pagina.