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Ero in debito con Andrea Agostino per una seconda puntata sul suo bel libro dedicato alla Banda di Cinquefrondi.

Un libro giunto alla sua seconda edizione, più ricca di pagine e di fotografie e anche di informazioni. Questo volume è anche un viaggio nella storia cittadina e nella memoria familiare dell’autore, la cui famiglia ha annoverato molti bandisti nel corso del tempo. Il volume si apre infatti con le immagini di Mastru Peppinu Agostino, padre dell’autore del libro; con lui anche il fratello Antonio (Mastr’Antoni) e zio di Andrea.

Si tratta di due veri e propri monumenti della musica cittadina, non erano artisti o direttori, ma due colonne professionali e umane del complesso cinquefrondese. Persone che c’erano sempre e sulle quali si poteva sempre contare. Conosciuti da tutti in paese e molto rispettati. Hanno condotto una vita parallela e semplice, fatta di lavoro famiglia e musica, senza grilli per la testa o levate di capo.

E’ grazie a personaggi come i fratelli Agostino se la Banda nel corso del tempo ha mantenuto la sua saldezza e la sua unità, perchè anche nei momenti di scontro o di polemica, che fra i bandisti cinquefrondesi non sono mai mancati, loro mettevano al primo posto sempre la Banda e il suo interesse. Anche chi non li conosceva di persona, chi non ci aveva mai scambiato una parola, sapeva chi erano questi due personaggi, che in qualche modo incarnavano il senso paesano dell’appartenenza alla Banda.

Andrea dunque apre il libro con due foto che ritraggono padre e zio, è un omaggio doveroso ai suoi familiari che peraltro lo hanno iniziato alla musica e condotto per mano quando era un ragazzino alle prese con le note; ma è anche un omaggio ai tantissimi bandisti che hanno fatto la storia della musica cittadina. E si tratta solo dell’inizio perchè il libro è ricchissimo di foto, rispetto alla prima edizione.

In quelle immagini in bianco e nero scorre un ampio pezzo di storia cincrundisa, storia musicale ma anche religiosa e civile, processioni e funerali, feste civiche e patronali, momenti che non sarebbero stati (e non sarebbero) gli stessi senza la Banda ad accompagnarli. Vi immaginate un qualsiasi momento di vita pubblica paesana senza la compagnia della banda musicale ?

A guardare quelle foto attentamente, è una gara a ricordare quella persona o quell’altra o quall’altra ancora; una corsa a dire quello lo conoscevo, quello era mio amico, quello era amico di mio papà o di mio nonno, o mio vicino di casa. Volti semplici, figure umili e a volte dimesse, con divise talvolta sistemate alla meglio, le cravatte allentate.

La prima parte del libro è dedicata ai primordi della tradizione musicale cittadina, la seconda parte si occupa ampiamente del maestro Carlo Creazzo di cui abbiamo riferito su questo sito quando uscì la prima edizione del libro.

Un capitolo racconta dei singoli direttori e bandisti, ci sono un’infinità di Raso che hanno avuto un ruolo importante come guida della banda: Leonardo Raso, Francesco Raso, Giuseppe Raso, Michele Raso, di tutti  l’autore racconta la storia e qualche aneddoto;  c’è spazio anche per il racconto di alcune esperienze musicali nate parallelamente alla banda e di ben altro genere, come l’Orchestra Gioventù nelle quali alcuni bandisti esprimevano le loro qualità cimentandosi con un genere musicale completamente differente da quello tipico della banda.

Chi scrive si è sempre riferito alla Banda al singolare, ma nel tempo a Cinquefrondi si sono create tre Bande diverse e ancora oggi è così, ma la Tradizione è sempre una. Un interessante capitolo riguarda i giorni neri , quando il gruppo si divise, i litigi che ne seguirono, e alcuni se ne andarono a suonare a Polistena. Ne seguì un periodo negativo, poi tutto pian piano passò, le divergenze si ricomposero almeno in parte, la Banda rinacque e la tradizione proseguì per la sua strada. Ma non voglio rovinarvi la sorpresa di scoprire il come e perchè le cose presero quella piega, e quali furono le responsabilità, potete leggerlo direttamente sul libro.

Infine c’è la ricca sequenza fotografica che chiude il volume. Nelle pagine del bel lavoro di Andrea spuntano qua e là tantissimi volti amici e familiari, il professore e direttore Michele Raso; il maestro Ciccio Zangari, il compianto Michele Candido di cui proprio in questi giorni è stato ricordato il primo anniversario della prematura scomparsa, e poi Michele Iannizzi anch’egli ormai scomparso e tanti altri amici e conoscenti, vecchi e nuovi, sono davvero tanti e vi assicuro che è impossibile nominarli tutti. Chi vuole saperne di più acquisti il libro di Andrea (è in vednita al negozio di Angela Fazzari a Cinquefrondi), e lo legga con attenzione, ci troverà dentro un mondo intero, un libro che è anche da  conservare gelosamente fra le cose care del paese.

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