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Sta riscuotendo molto interesse, nei nostri lettori, la rubrica sulle parole del dialetto cinquefrondese ormai scomparse quasi del tutto dai nostri dialoghi quotidiani. Ricordiamo che non si tratta di un lavoro con pretese scolastiche o accademiche, ma di un semplice e appassionato itinerario di scoperta e riscoperta di perle nascoste del nostro dialetto.

Questo piccolo lavoro è dedicato soprattutto ai nostri concittadini che vivono lontano da Cinquefrondi e che hanno lasciato il paese da molti anni, e che proprio per questo hanno mantenuto un legame affettivo con una lingua probabilmente ormai parlata solo in ambito familiare, e che nel tempo non ha subito le stesse modificazioni della lingua viva che si usa in paese. Eccoci dunque oggi con una nuova puntata, la tredicesima, del nostro piccolo viaggio nei segreti del nostro dialetto.

di Mimì Giordano 

FOCU –  Fuoco, ma significa anche rovina, distruzione. Ecco qualche espressione con un misto di amara sorpresa, paura ed amarezza:  “Focu meu, focu chi mi catti ! “.   A tono… imprecativo e a mo’ di jestima:  “Focu mu nd’hai, focu ‘mu ti cadi !” . A scopo…minimizzatore, per disilludere   “Focu di pàgghja eni ‘sta misa e ‘sta  promisa!”

 FOCULARU – Focolare, fatto di pietre o di mattoni refrattari per scarfarsi (riscaldarsi) e anche per cucinare “chidha bella suriaca paisana ‘ntra lu pignatu”. Espressione con l’utilizzo di questa parola, pronunciata con tono irridente ” Parla comu t’imparau màmmata ‘o focularu”, vale a dire: parla in dialetto…senza vanità toscaneggiante.

FOLIA – Nido che gli uccelli realizzano per i loro piccoli e per ripararsi.

FORAFILU – letteralmente significa ‘fuori di testa’, fuori dalla ragione, dalla temperanza, dalla logica, fuori dal tema. Ecco, quando si diceva in paese “Tìzziu nescìu forafìlu ” si intendeva quanto sopra.

FORAMALÒCCHIU – Tipica espressione per non… adocchîari una persona cara, un amico/a, un bimbo/a piccolino/a “Ch’ era bedha ‘a picciridha di fìgghîata, foramalòcchîu !” . Erano espressioni popolari, con un linguaggio in cui la superstizione- contro la jettatura – aveva posto pregnante. Dalla jettatura ci si difendeva con un certo gesto, che anche gli antichi romani ritenevano esorcizzante, asserendo: “Grattatio pallorum  omnia mala fugat” oppure  “Magna pericula, tasta testicula“. Come oggi, a distanza di millenni, vero ?

FRACANIA – Frantume, oggetto spezzato. Proviene da fracanijari, verbo dialettale originato dal latino frangere.    Tipica espressione fra giocatori di carte (briscola): “Mèntinci ‘nu càrricu d’ùndici, ca se passa lu tri, nci lu fazzu fracanìa“, naturalmente con l’asso di briscola. Ma, a volte, chi la pronunciava bleffava e non possedeva l’asso. E allora… erano sberleffi ed imprecazioni…..

FRACELLU – Flagello, distruzione, strage. Dal latino flagellum

FRACCOMMITARÌA – Comodità, indolenza, lentezza nell’agire e nel fare un lavoro.

FRINGHIFRINGHI – si può scrivere anche staccato ‘fringhi fringhi’; questo termine indica nel nostro dialetto qualcosa di stracciato, di tagliato o porzionato senza cura, violentemente. Nel dizionario del maestro Francesco Laruffa  trovo l’espressione “Nci fìciaru la facci fringhifringhi a curtedhati” (di facile comprensione).

FRISCATULI – Polenta, che si gira e si rigira. Per effetto traslato chiacchiere, palori ‘mbrogghjàti

FRITTULIJARI – Preparare nella caddara la cotenna (frittula) e le frattaglie varie del maiale. In senso traslato: dissipare i propri soldi, sperperarli, giocarseli.

FROSCIU: Omosessuale

FRUSTARE – Sparlare di una persona, farle fare brutta figura; è usato anche in forma intransitiva  “Si frustau” (Ha fatto una brutta figura)

FUSTU – Fusto di un albero, parte della pianta, ma in dialetto significa giovane con un gran fisico, muscoloso.

FUTTIRI – Fregare, ma anche compiere l’atto dell’amplesso.

 FUTTISTÈRIU – Luogo e congrega di corruzione, di imbrogli, di latrunìggiu.

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