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Nuova puntata della rubrica sul dialetto cinquefrondese e i modi dire ormai del tutto scomparsi, o quasi, dai nostri dialoghi quotidiani. Questa volta tornano gli antichi proverbi, fonte di secolare saggezza e sintesi a volte splendida di frequenti situazioni della vita nelle quali ciascuno prima o poi s’imbatte. Si tratta di proverdi e espressioni che provengono in gran parte dalla cultura contadina e daIla vita semplice della nostra gente, parole che sanno di passato lontano a volte, ma che esprimono concetti e situazioni fortemente e sempre attuali. In particolare sono di scena i sentimenti di amicizia vera, il comportamente nelle circostanze di avversità, la ‘forza’ che è capace di scatenare la passione amorosa, il controverso rapporto con i soldi e tanto altro ancora.

di Mimì Giordano. 

L’ amicu d’u cori cazzìjalu ‘n segretu, ma  avantalu ‘n prùbbicu.

Proverbio di origine latina: amicum secreto admone, palam lauda. Quando si vuol bene a un amico che ha sbagliato o trascurato qualcosa nel comportamento, avvertilo e rimproveralo a quattr’ occhi, ma continua ad apprezzarlo in pubblico.

Di li toi, diri ndi poi, ma sentìri non voi.

Qui siamo a un proverbio chiave, iconico della nostra cultura e tradizione, in tema col precedente. Si può criticare un proprio familiare e parente, ma non si accetta di sentirne parlar male o offendere da altri.

Abbàsciati juncu, ca passa la chjna !

Un avvertimento che sa di momenti difficili che si avvicinano… ‘U juncu è la ginestra, pianta di fusto non resistente e la piena del fiume che passa potrebbe travolgerla se essa non si abbassa. Una chiara metafora della vita…quando eventi più grandi di noi ci impongono di difenderci, di stare guardinghi. 

Scàpulu di ‘ndìndari.

Un simpatico modo di dire non solo cincrundisu, ma anche dei paesi vicini. Scàpulu (libero)  di ‘ndindari (denari) era colui che non aveva legami con interessi, con soldi. Dal latino ex capulo pecuniae

Centu voi ligàti a ‘nu carru tirari non ponnu quantu poti pilu di fimmana! 

Meraviglioso proverbio che dice quanto nei secoli dei secoli ha infinita realizzazione. Per iperbole il capello o pelo di una donna ha più forza di trascinamento di un carro tirato da cento buoi. La voglio azzardare alla maniera “dantesca”: Cento buoi legati a un carro trainar non ponno quanto pote femmineo pelo!

Angra di hiùmara, vigna di costera e fìmmana finestrara non ndi fannu bona spera!

L’angra è il terreno acquitrinoso,vicino al fiume o al torrente dove coltivare non dà grande speranza, così come un vigneto in un costone e….una donna che sta troppo alla finestra trascurando gli impegni domestici.

  La simenza accocciuliata faci la pianta vigorusa!

I semi scelti, selezionati e tramandati favoriscono la forza della pianta.

Càrceri, malatii e necessitati scumbògghjanu lu cori di l’amici !

Il classico proverbio: se l’amico ha cuore si vede al momento del bisogno, della sfortuna, della caduta, e anche dell’errore.

Deu meu quantu fannu li dinari, fannu scucchjàri li filìci cori !

Dio mio quanto danno fanno i soldi, fanno dividere i cuori felici. Quanta attuale verità in questo proverbio…maledetti soldi e maledetta bramosia di essi…Ma quanto danno fa anche la mancanza di essi, la povertà, il disagio, la precarietà continua. Anche queste condizioni, purtroppo, oggi sono una minacccia ai cuori felici.

E quindi, per l’addio:

T’amau stu cori meu, t’amau,t’amau,        e mo no t’ama cchjù ca si pentìu,         lu lazzu chi mi dasti si stoccàu,    lu gruppu chi facisti si sciogghju. 

 

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