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Ancora parole che cominciano per M. Abbiamo già detto che nel dialetto cincrundiso sono tantissimi i termini che cominciano con questa lettera dell’alfabeto. Ecco oggi una terza ampia rassegna di queste parole, molte delle quali ormai sparite del tutto dalle nostre conversazioni quotidiane, ma che i lettori più avanti con gli anni sicuramente ricorderanno. Buona lettura a tutti

di Mimì Giordano

‘Mbacànti: senza esito, a vuoto

‘Mbàlitu: invalido. Al femminile mbàlita (invalida). Con questo termine sino a un cinquantennio addietro si  soleva definire anche la pensione INPS di invalidità al lavoro. Quando lavoravo nel patronato sindacale qualche lavoratore o qualche lavoratrice mi domandava : “Mimì’, vui chi dicìti, cu’ sti  malatii chi ‘ndaju, ‘a potimu fari la domanda pe’la mbàlita?”       

 ‘Mbarràta:  argine al solco dell’acqua; sinonimo di chiusura, di recinto                                           

‘Mbarzamari: imbalsamare (gli animali). Per l’uomo stordire, meravigliare. “ Cumpari Cheli mi cuntau ‘nu fattu chi m’assàu ‘mbarzamàtu”

‘Mbastu: basto delle bestie da soma. Nel dialetto sartoriale è la piega per accorciare parti di un capo di               abbigliamento

‘Mbatò: pollaio.

‘Mbatojari:  il ritirarsi delle galline e dei galli al pollaio per appollajarsi. Da questo termine l’incitamento ai polli:  ‘o mbatò,  ‘o mbatò ! ‘Mbatojari è anche scherzoso verbo attribuito alle persone che vanno a letto presto.

‘Mbattìri: con questo verbo si definiscono diverse azioni, tipo capitare, incontrare, incorrere, incappare.  Da questo verbo ha origine una tipica imprecazione male augurante, detta spesso per  rabbia: petra ‘mu ti ‘mbatti e nommu la po’ votàri!

‘Mberza: risvolto del lenzuolo superiore o delle coperte. Dormiri ‘a la mberza significa dormire supini.

Mberzù: vuol dire a confronto di, a paragone di… Frase : “mberzù a mia, tu ndi pigghjàsti di cchîù”

 ‘Mbijari: inviare, avviare, indirizzare e perfino proporre in sposa.

‘Mbiatu: beato

‘Mbìppita: bibita, bevanda

‘Mbirdicari: impallidire

‘Mbitari: avvitare, ma anche invitare. Filastrocca dell’avaro che invita il compare: caru cumpari domani vi ‘mbitu, portati lu pani ca lu meu è mucàtu, portati la carni ca eu portu lu spitu,  caru cumpari domani vi ‘mbitu.            

 Mbizzari: istruire, insegnare, ma anche imparare

 Mbrocca:  Arnese di ferrufilàtu utilizzato dai bambini di un sessantennio addietro per indirizzare i  cerchi con cui si giocava

‘Mbruscinàri:  fare un lavoro malamente, frettolosamente, “arrunzandu”.

‘Mbua: parola con cui un tempo si diceva ai bambini di chiedere acqua (‘mbua) perché era  semplicissimo pronunciarla. Così come ‘mbumbùa

‘Mbudàgghju: tappo, turacciolo

‘Mbudàri:   ammaccare, otturare, ma anche tappare la bocca per non far parlare

‘Mbunnari: patire, sopportare, consumarsi per la rabbia, affliggersi. Ma significa anche pestato da qualche pugno o da una caduta.

‘Mburmu: ingombro, sinonimo anche di “guadhara”(ernia)

‘Mbuttàri: ficcare, introdurre. Nella forma intransitiva introdursi,intrufolarsi.

‘Mbuzzunari o anche ‘Mpuzzunari:  affliggersi,rodersi interiormente per qualche dispiacere o per la sconfitta nello sport.

 

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