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Si conclude il racconto in poesia dello ‘strano’ sogno del poeta cinquefrondese Luigi Massara, un sogno diventato letterariamente ‘Nu sonnu stranu’ e pubblicato oltre 40 anni fa, in dialetto cinquefrondese.

Peppi e san Michele si congedano, concludono il loro giro per il paese fra ricordi e commenti. Massara usa l’espediente del racconto biblico del Genesi da parte di san Michele, per descrivere la condizione umana e la sua fragilità, il senso del peccato, del bene e del male.

In quest’ultima parte dell’opera, l’autore traccia il suo testamento spirituale, gli sembra di vedere il suo funerale e si rallegra al pensiero di ‘quantu è bbellu allora a lu puntuni, passandu ancora dintr’a lu tambutu, di tutti pemmu sì rricanusciutu, pe’ nn’omu onestu e nno ppè nu mbrogghiuni’. Parole molto suggestive e profetiche.

Luigi Massara, il poeta di Cinquefrondi che molti a forse a suo tempo non compresero nel suo valore e nella sua grandezza, fu certamente un uomo colto e un grande studioso, e da tutti sarà ricordato anche “pe’ nn’omu onestu e nno ppè nu mbrogghiuni”, proprio come sognava il personaggio della sua opera letteraria. Sarebbe una bella cosa se i suoi libri venissero ristampati, per conservarne e perpetuarne la memoria al di là delle poche copie diffuse al suo tempo, e per farlo conoscere più puntualmente alle nuove generazioni di cinquefrondesi e no.

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