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Omaggio a Peppino Belcastro

 

Oggi sarebbe stato il compeanno di Peppino Belcastro. E gli mandiamo gli auguri postumi. Lui se n’è andato il 4 dicembre scorso, chiudendo una pagina importante della storia recente di Cinquefrondi. Era un sarto, un grande sarto, ma anche molto altro: un allegro compagnone, un maestro per generazioni di sarti, un uomo buono e generoso, un fine umorista, un sostenitore accanito dello sport dei giovani di Cinquefrondi, un amico di tutti. Al suo volto sorridente e simpatico e al suo cuore buono e leggero è stato evitato l’impatto terribile con la tragica morte di Giuseppe Ciccone, il suo giovane nipote che ha perso la vita pochi giorni fa nell’incendio che ha distrutto la sua abitazione. 

 

Senza nulla togliere a nessuno, si può dire senz’altro che Peppino Belcastro sarà ricordato come il più grande sarto artigiano di Cinquefrondi e della zona del secolo scorso e degli inizi di questo. E la parola artigiano non sia intesa in senso riduttivo: accorrevano da tutta la Calabria e anche da altre regioni a farsi cucire i vestiti da lui.

La sua attività ha dato lustro al paese, allo stesso modo in cui ad esempio il barista Angelo Bellocco fece per decenni dopo aver creato la sua inimitabile granita di fragole, diventata ricercata e famosa in tutta la provincia di Reggio. 

Belcastro si era formato alla bottega di Raffaele Galluzzo, altro antico e storico sarto di Cinquefrondi. Si era affinato nel laboratorio di Francesco Ferraro e poi da Peppino Papallo. Quindi si era messo per conto suo, spiccando presto il volo: da artigiano a artista e maestro. 

 

Nella foto, Belcastro (il terzo da sx seduto) è con alcuni amici

 

I suoi modi di gentiluomo, la sua calma proverbiale, l’eleganza naturale del suo portamento, la delicatezza con i clienti, l’occhio attentissimo ai minimi dettagli, la conoscenza sopraffina di ogni tipo di stoffa avevano fatto di lui un punto di riferimento nel mondo sartoriale e non solo. Avrebbe potuto montarsi la testa, ma non lo fece. Restò sempre umile e ‘paesano’. Il suo marchio era pregiato, avrebbe potuto trasformarlo in brand, in una casa di moda, in un’azienda per produrre abiti a livello industriale. Ma lui non volle mai cimentarsi con quelle sfide, i vestiti voleva farli di persona, maneggiando e accarezzando le stoffe, curando ogni cucitura e ogni piega, perché i suoi abiti dovevano essere perfetti. 

Avrebbe potuto fare il maestro e sedersi in cattedra, invece era il primo a rimboccarsi le maniche, ad ascoltare il cliente e a servirlo con delicatezza. Amava stare intere giornate nella sua bottega e, da par suo, ha perpetuato la tradizione diffusa in questa terra, trasformando la sartoria in un luogo di incontro, di compagnia, di chiacchiera allegra e spensierata, mischiando goliardia, amicizia e clientela. 

 

Dalla sua bottega sono usciti molti allievi che nel tempo si sono messi in proprio e andati a svolgere la professione per conto loro, ha insegnato la maestria dell’arte sartoriale, ma anche la gentilezza e lo stile rassicurante dell’artigiano che prende in carico il cliente e lo conduce fino al prodotto finito.   Negli ultimi anni Peppino Belcastro, anche a motivo dell’età, aveva concluso il suo impegno lavorativo e lasciato la bottega, ma senza mai perdere il gusto di rimettere mano a stoffe e cucito. 

 

 

nelle foto sopra e a lato, momenti di lavoro nella sartoria di Peppino Belcastro
 

 

Una sua grande passione è stata lo sport. In passato la squadra di calcio della Cinquefrondese, alle cui partite non mancava mai, soprattutto nei gloriosi anni Settanta e Ottanta. Da anni aveva scoperto la pallavolo, sostenendo anche finanziariamente la Jolly Cinquefrondi, il club che fra i suoi dirigenti annovera il figlio Vincenzo. Un club giovane e dinamico, che ha onorato lo sport cinquefrondese giungendo nel 2018 addirittura a un passo dalla Serie A, e che comunque in Serie B continua a mietere successi e regalare soddisfazioni ai tifosi. Il sarto Peppino aveva letteralmente adottato la squadra; con i suoi modi eleganti, la gentilezza del suo tratto, il suo tifo accanito ma pacato, la partecipazione alle trasferte, ha fatto breccia nei giocatori e nello staff tecnico.

Peppino Belcastro al lavoro

 

nelle foto a lato e sotto, Belcastro con alcuni collaboratori 

 

 

a lato, la prof. Franca Ieranò presidente di Progetto Donna consegna al maestro Belcastro il premio ‘Una vita di valore’ 

 

 

Nel 2017 l’associazione Progetto Donna ha conferito a Belcastro il premio “Una vita di valore”, nel corso di una serata alla presenza di tanti concittadini. Nell’occasione la presidente di Progetto Donna, la prof.ssa Franca Ieranò, ebbe parole di grande elogio per l’attività di quest’uomo che ha dato lustro alla sua vita, alla professione di sarto, all’artigianato cinquefrondese e calabrese, conservando la sua natura di uomo umile e giocoso, con un grande senso del lavoro e dell’umorismo, legato agli affetti familiari e agli amici di sempre. Alla consegna del riconoscimento Peppino, in compagnia dei figli Carmela e Vincenzo, quasi si commosse, perdendo il suo abituale senso dell’ironia, stupito da tanta stima e affetto da parte dei cinquefrondesi, che probabilmente non si aspettava. Anche questo dice del personaggio e della sua statura. 

 

nella foto a lato, Belcastro (il secondo da sx) con alcuni amici 

 

Nel 2007 a Peppino Belcastro fu dedicato addirittura un divertente ritratto in lirica dall’avv. Totò Varone, noto e apprezzato verseggiatore dialettale dalla rima facile e dalle trovate sempre molto estrose. Parole di stima e simpatia, di apprezzamento per questo artista artigiano, entrato e rimasto nel cuore di tanti.

 

Anche la poetessa Rosanna Govinazzo amica da lunga data di Peppino Belcastro, ha dedicato al Maestro un delicato componimento poetico, eccolo: 
Il caffè della domenica
non avrà più
la stessa fragranza
di fresca vitalità
e lo stesso rituale
di garbata canzonatura
tra amici di vecchia data.
Il Maestro non c’è più
se n’è andato con eleganza
finezza e gentilezza
accessori immancabili
del suo vestito
di uomo perbene.
Ha impresso il suo tocco artistico
ad ogni creazione
rendendola unica
come unico
era il suo essere.
Ogni vestito, un’opera a sé.
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