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                                                                         L’arrivo del metano in tutte le case


Nell’autunno del 1986 avvenne un fatto che cambiò in meglio (e di molto) la qualità della vita dei cinquefrondesi: l’arrivo del gas metano in tutte le case. Oggi forse pochi se lo ricordano, ma fino a quell’anno per avere l’acqua calda in bagno o in cucina bisognava installare gli scaldini o quegli enormi bidoni metallici chiamati scaldabagno. Consumavano tanta energia elettrica, costavano molto e in più andavano usati con parsimonia, altrimenti l’acqua finiva e, per esempio, per fare la doccia ci si doveva mettere in fila, aspettando che lo scaldabagno facesse un nuovo carico.  

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  Luigi Carrera, sindaco di Cinquefrondi nel 1981, che ha voluto il progetto di metanizzazione 

Per cucinare si usavano le bombole a gas, che alcuni rivenditori consegnavano direttamente a casa. Per riscaldare le stanze invece si adoperavano le  stufe a gas o elettriche o il camino, o altri impianti a kerosene, ma in moltissime case c’era ancora il braciere, che aveva anche il ruolo di focolare domestico, specialmente la sera, quando la famiglia si riuniva. Ne ho personalmente un ricordo splendido, ripensando a mio padre che a fine giornata quasi si addormentava vicino al braciere. Tutti probabilmente abbiamo ricordi di questo tipo. 

Ma non è di bracieri che si vuole parlare qui, o di caminetti o di altri strumenti utilizzati per riscaldare le case o l’acqua. Bensì del gran salto che fecero i cinquefrondesi con l’arrivo del metano in tutte le case. Fu una vera e propria rete capillare di tubi, introdotta in ogni abitazione, per portare dentro casa il gas  leggero, utilissimo a far funzionare le caldaie,  ma soprattutto pochissimo costoso. 

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Tutto cominciò all’inizio di luglio del 1981, quando il sindaco del tempo, Luigi Carrera, propose al consiglio comunale di coinvolgere il paese nel piano di metanizzazione avviato dal governo, per portare il gas algerino in tutte le case. Carrera aveva seguito gli sviluppi delle iniziative governative e poi di suo aveva preso contatti con una cooperativa bolognese, specializzata in questo tipo di costruzioni, invitandola a presentare al più presto un progetto agli amministratori. 

                                    a lato, Luigi Carrera, il sindaco di Cinquefrondi nel 1981

L’idea convinse tutti e la proposta di Carrera fu approvata all’unanimità, con l’aggiunta di prevedere l’uso del metano anche per scopi industriali. Un modo come un altro per favorire il tentativo di smuovere la quasi inesistente attività produttiva cittadina.  

Il lavoro burocratico proseguì, il consiglio comunale approvò il progetto, il sindaco ottenne i finanziamenti necessari e il 2 marzo dell’anno successivo Carrera annunciò soddisfatto che Cinquefrondi sarebbe stato uno dei primi paesi della provincia ad avviare  i lavori per la rete di distribuzione del gas metano. Era infatti divenuta esecutiva la delibera e i1 relativo schema di convenzione stipulato con il Consorzio cooperative costruzioni di Bologna. Insomma, si cominciava a scavare, da subito. 


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In quei giorni tutti coloro che stavano realizzando abitazioni o si accingevano a farlo, furono invitati a recarsi al Municipio per informazioni, in modo da predisporre gli impianti di casa per il metano.

Per mesi e mesi le strade principali e poi quelle minori e finanche i vicoli di Cinquefrondi furono interessati da lavori di scavo, per creare le tracce in cui far passare i tubi. Accanto a porte e finestre si materializzarono le nicchie rettangolari con lo sportello metallico grigio, per metterci i  contatori.

Nel non detto di quel gran lavorìo, e nelle macerie dei materiali di scavo che giacevano dappertutto e nelle tonnellate di polvere depositata ovunque, c’era un sogno generale: tutte le case avrebbero avuto lo stesso servizio, la gente avrebbe potuto vivere più comodamente nella propria abitazione, gli impianti di riscaldamento non sarebbero stati più una faccenda solo per benestanti, nè l’acqua calda un lusso troppo caro. Nelle case dei quartieri più antichi e più poveri del paese, il metano algerino significava la rivoluzione. 

Cinquefrondi fu tra i comuni che aderirono per primi al progetto, molti altri presero tempo, sollevarono dubbi. Va dato atto al sindaco Carrera, che a quel tempo guidava una giunta di coalizione fra Partito comunista e Partito socialista, di essere stato lungimirante, di aver visto lontano. E così pure al partito di opposizione, la Democrazia cristiana guidata dall’ex sindaco avv. Francesco Raschellà, che fin dall’inizio sostenne la metanizzazione.

E arriviamo all’autunno del 1986, dall’inizio dei lavori di scavo sono passati diversi anni. Il sindaco non è più Luigi Carrera, dopo di lui ci sono stati prima il farmacista Raffaele Manferoce del Psi, e poi l’avvocato Raschellà, ma la macchina dei lavori non si è mai fermata. 

Nel 1986, mentre è sindaco il prof. Antonio Macrì, alla guida di una coalizione fra Partito comunista e Democrazia cristiana, i lavori ricevono un forte impulso, ai primi di ottobre la rete di distribuzione del gas entra regolarmente in funzione,  e molti cittadini incominciano ad usufruire dell’energia azzurra, sperimentandone la comodità (poi ne scopriranno anche la convenienza economica). 

La cerimonia ufficiale per inaugurare il nuovo servizio e per la simbolica accensione della fiaccola  avviene il 14 ottobre. Lo stesso giorno una cerimonia analoga si svolge nella vicina Polistena. I due paesi avevano fatto una specie di gara a chi partiva prima, ma arrivarono alla pari. 

Il 14 ottobre è una data particolare anche per un altro motivo: quel giorno infatti il sacerdote cinquefrondese Giovanni Marra, da un paio di mesi diventato vescovo, viene accolto in Comune dal sindaco Macrì, dai consiglieri e da tanti cittadini.   

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Nell’aula consiliare affollata si tiene un breve incontro, discorsi di saluto del sindaco, dei rappresentanti dei vari partiti, poi Macrì consegna al vescovo un pastorale donato dal Comune, quindi brindisi per tutti nella sala della giunta.


               

                                                               il vescovo mons. Giovanni Marra

          
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a lato, Antonio Macrì, sindaco di Cinquefrondi nel 1986


Ma torniamo al metano. La costruzione della rete a suo tempo, fu data in appalto al Consorzio Cooperative Costruttori di Bologna che la realizzò tramite la Cooperativa Costruttori di Argenta e la Cooperativa Nuova Edile di Cinquefrondi. E costò alle casse comunali la bella cifra di  un miliardo e ottocento milioni di lire dell’epoca. 

La rete, che è di proprietà comunale, è lunga 13 km e serve l’intero centro abitato, ma già allora vennero sfruttate le norme di legge e  il sindaco Macrì decise di chiedere un ulteriore finanziamento di 500 milioni di lire per portare i tubi fino alle zone più periferiche del paese e di nuova o prossima urbanizzazione, anche qui ottimo esempio di lungimiranza. 

In breve tempo, e dopo un periodo di iniziale incertezza, i cinquefrondesi che decisero di passare al metano furono moltissimi, approfittando anche delle tante agevolazioni  previste dal Comune.  Per allacciare le singole utenze alla rete principale ogni famiglia spese 110mila lire. Inoltre per i primi due anni il Comune fece uno sconto del 20%  sul prezzo del gas stabilito dal governo. 

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A lato, Alfredo Roselli, vicesindaco di Cinquefrondi con Macrì, e poi sindaco a sua volta    


La cerimonia di inaugurazione si svolse davanti al Municipio, dopo l’incontro ufficiale con il vescovo. Si  alternarono al microfono il sindaco Macrì e il vicesindaco Roselli, che dissero ai presenti la loro soddisfazione per quel grande progetto andato in porto. Poi Macrì accese simbolicamente una fiaccola. Seguirono gli applausi dei presenti e la benedizione di mons. Marra, quindi tutti a casa. Fu una cerimonia sobria, perfino troppo per un evento di quella portata. Non venne  annunciata con dei manifesti nel paese,  fu una cosa semplice, breve, nemmeno immortalata dai fotografi. Quel che contava evidentemente era la sostanza, non l’apparenza. L’accensione vera e propria del’impianto comunale era stata fatta giorni prima in via Cartiera, presso l’ex panificio della famiglia Borgese, che fu la prima utenza a entrare in funzione a Cinquefrondi. 


Oggi il metano arriva ‘automaticamente’ in tutte le case, ma in realtà dall’autunno 1986 nulla per i cinquefrondesi fu più come prima.


Foto Archivio Gerace, Archivio Storico Tropeano, Marcello Roselli

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