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                                                                          Raffaele Galluzzo

Lungo e ricco di storie è il Corso di Cinquefrondi. Nella seconda metà del secolo scorso vi abitava anche il sarto Raffaele Galluzzo: bottega al piano strada, casa al piano superiore, dove lui risiedeva con la moglie Angela e il figlio Franco. Cominciò a lavorare praticamente da bambino, Galluzzo infatti andò ad apprendere l’arte della sartoria presso uno zio materno, nel 1920, dopo aver finito le scuole elementari. 

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Nel 1932, a servizio militare concluso, aprì un laboratorio tutto suo ed ebbe un certo successo. La sua sartoria negli anni divenne una importante palestra di formazione per vari giovani sarti che poi avrebbero aperto bottega per conto loro, fra gli altri Peppino Belcastro, che da giovanissimo apprendista che era, è diventato un grande sarto, famoso per la sua classe, e il suo laboratorio, per molti anni in Piazza della repubblica, fu meta di clienti da tutta la zona e anche da lontano. La sua bottega fu poi a sua volta un centro di formazione per tanti altri futuri sarti cinquefrondesi. 


Personaggio d’altri tempi, e con istruzione modestissima, Raffaele Galluzzo tenne testa al mondo da pari a pari: amava essere aggiornato, perciò spesso dalle case specializzate si faceva spedire riviste e pubblicazioni di tagli e alta moda, per approfondire le sue conoscenze e tenersi al passo coi tempi. Il suo lavoro ne ebbe gran beneficio, tanto che la Sartotecnica, antica e importante casa di taglio e di alta moda milanese, lo annoverava addirittura fra i migliori del settore. 

Alto, robusto, con la camminata molto lenta, la parlata solenne e lo sguardo in atteggiamento perennemente riflessivo, Galluzzo per molti anni fu anche un personaggio pubblico di rilievo: nel 1948 fece parte del gruppo di fondatori della prima sezione del partito comunista a Cinquefrondi e per anni fu un battagliero militante e propagandista politico. 

Una rarissima immagine di Raffaele Galluzzo, ripresa durante il servizio militare. Lui è quello al centro


Nel 1952 fu eletto per la prima volta al Consiglio comunale e vi rimase per anni, con il ruolo di assessore durante le amministrazioni guidate dai sindaci Francesco Bellocco, Luigi Albanese e Domenico Manferoce

Fra un vestito e l’altro da cucire, il sarto Galluzzo svolse anche le funzioni di commissario prefettizio dell’Eca (ente comunale di assistenza) un importantissimo organismo, oggi non più esistente, che all’epoca aveva un discreto bilancio da spendere in favore delle persone disagiate economicamente. 


Nella Cinquefrondi poverissima di quel tempo, l’Eca svolgeva un ruolo non secondario e gestiva non poco potere. Per non farsi mancare nulla, il sarto Galluzzo dal 1962 al 1968 fu anche il presidente della locale sezione cacciatori. La caccia era infatti una sua grande passione, che coltivò fin quasi alla vecchiaia. 


La bottega di Galluzzo fu per molti anni il crocevia obbligato di tante chiacchierate e di tante giornate in compagnia. Con il passare dei decenni Galluzzo smise di tenere allievi e lavoranti, sia perché l’attività era calata, sia perché ormai preferiva fare le cose da solo, con calma, in compagnia degli amici di sempre che andavano a trovarlo a bottega. Galluzzo lavorò praticamente sempre, fino a pochi giorni prima della morte avvenuta agli inizi degli anni Novanta.

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