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di Mimì Giordano
Quest’anno il pellegrinaggio a piedi della comunità cinquefrondese alla Madonna di Polsi è iniziato sabato 10 alle h. 16:30 dal posto dove oltre Perciana sorge la targa marmorea dedicata alla Madonna di Polsi,danneggiata nei giorni scorsi da vandali inqualificabili, ma subito ripristinata. Il pellegrinaggio si è poi concluso come da tradizione l’11 agosto alle h. 20:00 nella nostra Chiesa del Carmine, con la benedizione e il saluto del parroco Don Serafino Avenoso.
Così come lo scorso anno, e tutti gli anni, il pellegrinaggio è stato numeroso, coinvolgente e commovente e ad esso si sono aggiunti due pullman di pellegrini cinquefrondesi nonché quelli che hanno raggiunto Polsi con mezzi privati, per ritrovarsi tutti assieme alle h 11:30 ed entrare nel santuario con la nostra statua ed il nostro làbaro per partecipare alla Santa Messa celebrata per la nostra Comunità.
Al celebrante le organizzatrici avevano offerto poco prima della messa 1.074 euro donati da noi pellegrini al Santuario della Madonna di Polsi.
Ho partecipato ad una conferma di religiosità popolare voluta e sostenuta da organizzatori e organizzatrici, con una massiccia presenza di centinaia di pellegrini cinquefrondesi avvolti dal paesaggio notturno del percorso montano.
L’umiltà che proveniva da quell’insieme di partecipanti al 18^ appuntamento agostano ha unito e riunito una comunità, toccando le corde delle emozioni di ognuno e facendo vivere ore di serenità, di condivisione e di solidarietà. Ad infondere forza e resistenza fisica ci ha pensato la Madonna. Si tratta di circa 16 ore di cammino sulla nostra montagna pre Aspromontana e quella Aspromontana. Diversi organizzatori e organizzatrici, trascinati dalle impareggiabili Pasqualina e Patrizia Foriglio e Maria Petullà, hanno affrontato tutto il percorso a piedi, altri più anziani, come me, ce l’hanno fatta per 30 km sino a Zervò ( 10 ore di cammino con tre soste, ognuna di 30 minuti circa) e poi hanno proseguito sui camion dei fratelli Franco/Laganà a percorrere la pista dissestata sino a Polsi. Ai fratelli Franco tutta la comunità cinquefrondese riconosce il merito di questo pellegrinaggio, iniziato dal loro indimenticabile padre ‘Ntoni, 18 anni addietro.
Anche quest’anno tutto si è svolto senza alcun incidente o malessere. A tal proposito ripeto quanto scritto il 12 agosto dell’anno scorso a commento di quel pellegrinaggio: in questi ultimi cento anni milioni di persone si sono recate a Polsi, posto sperduto in una conca dell’Aspromonte reggino, attraversando strade dissestate e sentieri angusti e nessuno è mai morto durante questo cammino, nessuno mai si è sentito male, nessuno ha mai fatto un incidente grave, nessuno è mai tornato indietro. Per me è la seconda volta che partecipo al pellegrinaggio a piedi, l’esperienza di quest’anno è stata ancora significativa e commovente. Nel cammino, dai visi dei pellegrini, con cui mano a mano ci si intratteneva a scambiare saluti ed impressioni, trapelava la fede popolare che vede nella Madonna di Polsi una protettrice per tutti i cinquefrondesi. Un giovane fra i pellegrini ha fatto tutto il percorso a piedi; c’erano i genitori di tre ragazzi nostri compaesani tragicamente scomparsi nel corso di quest’ultimo decennio, a confermare che solo la Fede può far comprendere ed accettare il dolore, così come lo ha sofferto la Madonna, Colei che per volontà dello Spirito Santo ha portato in grembo un essere, lo ha dato alla Luce, lo ha accompagnato alla Croce e lo ha visto crocefiggere. E quell’Uomo è Cristo Re, unico Dio. I pellegrini sofferenti ed in lotta contro varie patologie ed affanni hanno offerto alla Madonna, in quel luogo sperduto dove Essa è Regina, il grande sacrificio del cammino e hanno voluto affidarLe le proprie vite e le proprie famiglie.
Quanto avvenuto sabato e domenica conserva ancora lo stesso messaggio e significato pe’ Cincrundi: nel tacere delle voci e nei pensieri che circolavano nella mente dei pellegrini, c’era la storia di ognuno, i ricordi remoti e recenti, i drammi, ma anche i momenti sereni,l a speranza e l’accettazione della volontà di Dio. C’erano coloro che hanno voluto pregare la Madonna per avere da Lei la forza di lottare contro i mali della vita e quelli della salute; c’erano anche tanti giovani che hanno voluto chiedere alla Madonna uno sguardo materno per il loro futuro, per i giorni a venire. C’era una ragazza di nome Immacolata (detta Imma), organizzatrice, che è nostra compaesana di adozione, di famiglia umile e lavoratrice; ha viaggiato da Zervò sino al Santuario sullo stesso camion dove ho viaggiato io e altri compaesani e compaesane. Non ha detto una parola, ha dormito per tutto il percorso per quanto era stanca; a Polsi sembrava un’altra, sorridente, serena, con la chitarra in mano cantava in un angolino le canzoni popolari in dialetto dedicate alla Madonna; attendevamo l’arrivo degli altri pellegrini per concentrarci nello stesso posto; io e mia moglie, che impedita da un problema articolare a venire a piedi ci ha raggiunti in pullman, ci siamo avvicinati ad Imma e abbiamo tentato di accompagnarla nel canto, ma siccome i testi che avevamo non combaciavano con i suoi non abbiamo potuto farlo bene. Imma è una studentessa del Conservatorio, ama la musica ma il suo strumento non è la chitarra, è la tuba, una specie di tromba in ottone. Si è innamorata di quello strumento e sogna di poterlo suonare dopo laureata. Ha accompagnato la nostra statua della Madonna di Polsi nell’entrata in santuario suonando benissimo l’organetto a mano; la Madonna la aiuterà ad affrontare la vita e le difficoltà dello studio. C’è stata,insomma, anche quest’anno una comunità in cammino, una parte di Cincrundi che non si dà per vinta, che vuole lottare con le armi della devozione a Maria contro il destino avverso e i suoi scherzi. Anche quest’anno niente abuso di alcol e profonda cura per i luoghi in cui ci siamo fermati, con raccolta da parte nostra di ogni oggetto in vetro, carta plastica e residui di cibo. Nessuno ha disturbato, nessuno ha gridato; rispetto assoluto verso tutto e tutti, amicizia, cordialità, condivisione. Le solite note di folklore come l’organetto e i tamburini, qualche minuto di tarantella, il tutto secondo tradizione identitaria; a Cincrundi piccolo corteo da Via Corrado Alvaro sino alla Chiesa del Carmine in silenzio rispettoso verso due cari compaesani deceduti ieri e verso le loro famiglie.
Rinnoviamo il ringraziamento agli ammirevoli fratelli Franco (detti Laganà): garanti di tutto e in tutto, con i loro camion e la loro presenza messi a totale e gratuita disposizione dei pellegrini.
Era presente il loro zio Ciccio Franco (alias Laganà) che faceva ricordare “Ntoni”, suo fratello,primo organizzatore del pellegrinaggio a piedi. Ciccio, con i suoi 77 anni quest’anno non era il più anziano del pellegrinaggio;le condizioni di salute non gli hanno permesso di farlo tutto a piedi. Più anziani di Ciccio c’erano due compaesani che vivono in Piemonte. Il pellegrinaggio alla Madonna di Polsi è stata un’esperienza da ricordare sulle note di “Evviva Maria la bella Madonna, Regina del mondo si deve chiamar….”. Al prossimo anno, Se Dio vorrà.